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Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 626-A/R ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Colleghi, ci sono dieci richieste di intervento per dichiarazioni di voto finale, ma alle 12 dobbiamo interrompere i lavori per la commemorazione del deputato Andreatta.
Ho il dovere di avvertire che, nel caso non dovessimo concludere gli interventi e la votazione finale del provvedimento, dovremmo riprendere l'esame dello stesso nel pomeriggio, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, in ragione di quanto da lei detto, dichiaro che voteremo a favore del provvedimento in esame.
Vorrei ricordare brevemente che, già nel 1987, abbiamo presentato una proposta di legge per l'istituzione di un'agenzia per la tutela dei diritti umani fondamentali. Inoltre, il 14 febbraio 2007, il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha denunciato che, sin dal 1980, le violazioni alla Convenzione internazionale sui diritti umani fondamentali da parte del nostro paese, per le lungaggini delle procedure civili, amministrative e penali, mettono in pericolo lo stato di diritto nel nostro paese.
Crediamo, dunque, che questo provvedimento sia necessario, ma del tutto insufficiente a corrispondere ai pericoli cui stiamo esponendo il nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crapolicchio. Ne ha facoltà.

SILVIO CRAPOLICCHIO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Crapolicchio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza Nazionale ha affrontato con attenzione la discussione di questo provvedimento, in quanto anche Pag. 27noi (non lo nascondiamo) riteniamo importante compiere un passo in avanti su un tema importante come quello della tutela e della promozione dei diritti umani.
Sotto questo profilo, se oggi dovessimo dare una valutazione di principio sull'istituzione della Commissione, saremmo sostanzialmente favorevoli. Fatto è che dobbiamo esaminare il provvedimento così come sta per essere licenziato con il voto finale della Camera dei deputati.
Non possiamo sottrarci dal sottolineare una serie di questioni che, nel corso della discussione sulle linee generali e sulle proposte emendative presentate dal gruppo di Alleanza Nazionale, abbiamo inteso portare all'attenzione del Governo e della maggioranza.
Alcuni aspetti di questo provvedimento non ci convincono e, nonostante gli sforzi fatti (ricordo, in particolare, quelli riguardanti la limitazione del numero dei componenti, l'approvazione di alcuni emendamenti che hanno ridotto la spesa, il rafforzamento dei requisiti dei componenti la Commissione), permangono alcune questioni sulle quali riteniamo doveroso fare una breve riflessione.
La prima questione riguarda il travolgimento delle funzioni tipiche, delle attribuzioni della Commissione. In quest'aula, abbiamo evidenziato la nostra idea su una Commissione di garanzia in questo campo: un organo volto a tutelare i cittadini di fronte alle strutture pubbliche e, quindi, ai poteri pubblici. Invece, dobbiamo registrare l'ampliamento delle funzioni della Commissione che potrebbe interferire nei rapporti tra cittadini ed imprese. La Commissione, quindi, viene scomodata ad intervenire in un'area estremamente delicata, perché, a nostro giudizio, è di pertinenza della magistratura.
Quindi, quest'aspetto è, a nostro avviso, sufficiente ad impedire un voto favorevole. Se poi richiamiamo le sanzioni amministrative che sono state previste nel provvedimento a garanzia dell'intervento della Commissione e, in particolare, le modalità con cui la stessa si comporta nei confronti di questi terzi, per i quali si apre il procedimento amministrativo, le nostre preoccupazioni purtroppo sono destinate ad aumentare. Infatti, allorché i provvedimenti della Commissione non vengano sostanzialmente ottemperati da parte degli uffici pubblici o in sede di rapporti tra privati, ancora una volta, questo tipo di iniziative sfocia di fronte all'autorità giudiziaria.
Anche in questo caso ci troviamo in imbarazzo perché, mentre da un lato il ministro competente si accinge ad individuare delle formule in grado non tanto di restringere il ricorso all'autorità giudiziaria, quanto di limitare le cause poste alla sua attenzione, attraverso provvedimenti come questo ampliamo la sfera di ipotesi per cui ci si può rivolgere a tale autorità.
Questi aspetti sono delicati perché il provvedimento non spiega il tipo di giurisdizione che la Commissione può attivare, rendendo, quindi, difficile l'applicazione delle disposizioni inserite nel provvedimento.
Ci sono poi ulteriori questioni che riteniamo di sottolineare sul piano politico. La nostra idea del Garante non prevedeva soltanto il rafforzamento del cittadino di fronte all'autorità pubblica, ma, in particolare, intendeva anche porre un tema, visto che il campo dei diritti umani è, sicuramente, di altissimo profilo. A fronte della richiesta, pervenuta dalla maggioranza, di rivolgersi all'autorità giudiziaria, abbiamo proposto un nostro modello di Commissione, quindi di Garante, che prevedeva, nei casi in cui non vi fosse stato il rispetto di quegli importanti principi, la possibilità di rivolgersi alle istituzioni più alte: mi riferisco alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica. Volevamo - seguendo l'esempio di altri paesi - che il profilo di questa tipologia di interventi investisse direttamente le istituzioni parlamentari, per quanto concerne i casi di disapplicazione o di disattenzione nei confronti delle iniziative della Commissione. Tra l'altro, il nostro suggerimento prevedeva, per un particolare caso, che a fronte della segnalazione fatta alle Camere ed al ministro competente, quest'ultimo sentisse l'esigenza di rivolgersi alle stesse per segnalare, Pag. 28in un determinato tempo, le iniziative adottate in riferimento alla materia sollevata dalla Commissione e davanti a questa importante istituzione.
Noi riteniamo che sia stato un errore rimettere nelle mani della magistratura, a fronte anche del contrasto con la magistratura di sorveglianza, il riferimento per quanto concerne l'intervento in questi delicati settori. Per noi sarebbe stato più opportuno l'intervento del Parlamento; inoltre si è voluto, per quanto riguarda le funzioni di Garante dei detenuti, attribuire una sorta di doppio binario che ha del paradossale.
In questa Assemblea si è sostenuto di non aver invaso le competenze del magistrato di sorveglianza, in verità si è permesso che i ricorsi e i reclami venissero attribuiti alla Commissione. Voglio sottolineare ancora una volta questo aspetto: cosa succede quando le istanze della Commissione non trovano accoglimento? Do atto al Comitato dei nove, alla maggioranza ed al Governo di aver accolto un intervento utile a permettere la funzione di conciliazione, che riguarda le commissioni di garanzia e che caratterizza gran parte dei paesi europei. Dall'altro lato abbiamo raggiunto quella che ho definito in quest'Assemblea l'eterogenesi dei fini: il reclamante si rivolge alla Commissione - con funzione, in questo caso, di Garante dei detenuti - e, se alla fine del procedimento non viene rispettato dagli uffici il diktat che ha assunto all'esito della procedura, si rivolge, paradossalmente, al giudice di sorveglianza. Quest'ultimo, quindi, sotto il profilo del reclamo è alternativo, ma per quanto riguarda la decisione rappresenta, comunque, lo snodo a cui si riferisce l'intera procedura messa in piedi dalla Commissione.
Quindi, mi chiedo se questa decisione sia sensata e cosa potrebbe accadere se un detenuto, invece di rivolgersi come gli altri alla Commissione, si rivolgesse al magistrato di sorveglianza. Cosa succede se il magistrato di sorveglianza, con riferimento a questioni analoghe, ha preso una decisione nei confronti di quel detenuto e si vede investito, per quanto concerne un altro detenuto con la stessa situazione, alla fine del giudizio per quanto riguarda l'autorità d'intervento della Commissione in funzione di garante?
Ecco, credo che questi nodi non abbiano trovato una soluzione, ma abbiano allontanato anche la questione di fondo che noi volevamo sottolineare, facendo permanere anche ulteriori questioni che vanno richiamate.
La questione a cui faccio particolare riferimento è, infatti, l'allargamento dei poteri della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani sui provvedimenti in materia di libertà personale.
Sono tutti motivi, questi, che inducono il gruppo di Alleanza Nazionale, anche se malvolentieri, a dichiarare la propria astensione dalla votazione finale del testo unificato delle proposte di legge in esame. Infatti, siamo d'accordo sui principi, ma non sulla formulazione del presente provvedimento, il quale, purtroppo, è stato elaborato in un modo che ritengo veramente sbagliato!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alia. Ne ha facoltà.

GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, mi limito solo ad annunziare l'astensione nella votazione finale del gruppo dell'UDC e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata De Zulueta. Ne ha facoltà.

TANA DE ZULUETA. Signor Presidente, annuncio, con convinzione e soddisfazione, il voto favorevole del gruppo Pag. 29dei Verdi sul provvedimento in esame, ritenendo che il testo licenziato dall'Assemblea sia un combinato disposto di una particolare efficacia; Siamo infatti riusciti a predisporre un testo unificato delle diverse proposte di legge presentate in materia. Ricordo, infatti, che la proposta di legge da me presentata prevedeva l'istituzione della Commissione italiana per la promozione e la protezione dei diritti umani, mentre quella depositata dall'onorevole Boato prevedeva la costituzione di un Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
Credo che abbiamo realizzato tutto ciò nel rispetto delle linee guida indicate dalle Nazioni Unite, anche grazie all'assistenza fornita dall'Alto Commissario dell'ONU per i diritti umani di Ginevra, il quale ci ha anche scritto raccomandando una piena adesione ai cosiddetti principi di Parigi.
Ribadendo la nostra soddisfazione per questa deliberazione, quindi, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno).

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, anch'io preannunzio brevemente il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori al provvedimento in esame, il quale risponde a raccomandazioni internazionali su questioni fondamentali, come la tutela dei diritti umani e la protezione dei diritti dei detenuti.
Voteremo a favore dopo che tale provvedimento ha subito alcune radicali modifiche migliorative su due aspetti, sui quali il nostro gruppo ha esercitato una rigorosa vigilanza. Il primo di essi è costituito dal presidio di costituzionalità contro i rischi di espropriazione dei compiti della magistratura di sorveglianza.
Ricordo, a tale proposito, che in Italia tale funzione è giurisdizionalizzata; quindi, attribuirne i poteri ad un organo amministrativo, quale è il Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, avrebbe rappresentato una clamorosa ed inaccettabile marcia indietro. Siamo orgogliosi, quindi, che una nostra raccomandazione in tal senso sia stata accolta dalla Commissione di merito. Tale organismo, infatti, ha trovato un'intelligente formulazione del testo, che permette di salvaguardare i poteri assegnati alla magistratura di sorveglianza, attribuendole, in definitiva, il potere decisionale sui reclami. Per un altro verso, la stessa Commissione ha consentito che tale organo, oberato di compiti, possa essere coadiuvato dal Garante in oggetto, il quale svolgerebbe una funzione «di mediazione» e comunque di istruzione dei relativi procedimenti.
Il secondo aspetto sul quale abbiamo esercitato egualmente una vigilanza particolare è stato il contenimento della spesa: infatti, una nostra proposta emendativa, concernente il dimezzamento dei componenti la Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani, è stata approvata dall'Assemblea. Ciò ha comportato una riduzione di spesa pari a un milione di euro, e quindi ci riteniamo soddisfatti anche del fatto che Parlamento ha lanciato un messaggio di austerità al paese.
Pertanto, per queste ragioni e rimarcando ancora una volta il ruolo decisivo che l'Italia dei Valori, con il concorso della I Commissione, ha svolto per migliorare il provvedimento in esame, ribadisco il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cota. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, preannunzio che il nostro gruppo voterà contro il provvedimento in esame. Ciò non perché siamo contrari alla tutela dei diritti umani e Pag. 30neppure perché siamo contro il rispetto della dignità dei detenuti: assolutamente no! Noi voteremo contro per due ordini di motivi, uno dei quali ha carattere politico e riguarda la vera ragione dell'approvazione di questo provvedimento, che è un esempio di 'marchetta' ideologica lontanissima dai problemi del paese. Oggi, alcune questioni, come la sicurezza e l'esigenza di trasmettere il messaggio che si intende tutelare le vittime dei reati, sono sotto gli occhi di tutti. Tuttavia, su questi versanti, la risposta che il Governo ha proposto all'esame del Parlamento è completamente in controtendenza rispetto ai bisogni reali del paese. Dal punto di vista della sicurezza, abbiamo infatti assistito al varo del provvedimento sull'indulto, che ha scarcerato migliaia di detenuti, alcuni pericolosi; molti di costoro si sono poi nuovamente inseriti nel circuito criminale, commettendo anche reati di particolare gravità.
Inoltre, questo Governo e questa maggioranza portano avanti una politica di immigrazione libera. Il paese non ha bisogno di immigrazione libera; al contrario, ha bisogno di un controllo dell'immigrazione, fenomeno che deve essere regolamentato e gestito.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 11,43).

ROBERTO COTA. Le risposte date sono dunque assolutamente in controtendenza rispetto ai bisogni del paese.
Quanto alla tutela delle vittime dei reati, vorrei ricordare, mentre stiamo per approvare il provvedimento in esame - che istituisce una commissione ed un fantomatico garante del rispetto dei diritti dei detenuti -, come attenda ancora di essere ratificata dal nostro paese una convenzione del 1983, la convenzione europea sulle vittime dei reati violenti. Chi subisce un reato violento oggi non è tutelato, nonostante la stessa Europa ci ricordi che gli Stati dovrebbero introdurre nei loro rispettivi ordinamenti forme di tutela specifiche. Allora, non si ratifica, non si introduce nel nostro ordinamento questa convenzione, ma si trova, invece, il tempo (due giorni e più di discussioni) per approvare il testo unificato di alcune proposte di legge sulla tutela degli autori dei reati! Ritengo che questo sia un messaggio sbagliato, sia una 'marchetta' ideologica. Non possiamo condividere il messaggio politico che uscirebbe dall'approvazione di questo provvedimento. Inoltre, esistono altri aspetti della questione che ci lasciano perplessi. Assolutamente non siamo contro la tutela dei diritti umani; anzi, li difendiamo in tutte le sedi. Neppure siamo contrari al fatto che gli stessi diritti umani debbano essere rispettati negli istituti di pena o nei centri di permanenza temporanea. Però, questo provvedimento non raggiunge in alcun modo lo scopo; è un intervento inutile, che crea un carrozzone inutile, che servirà, nella migliore delle ipotesi, per sistemare qualche rappresentante della sinistra, oltretutto senza che abbia particolari competenze. È stato infatti approvato un emendamento che amplia di molto la possibilità di essere nominati in tale organo, nel senso che non si richiedono particolari competenze tecniche. Si crea per l'appunto un organismo, un carrozzone inutile, che serve per «piazzare» qualche «residuato» della politica e a tal fine, si prevede uno stanziamento di ben 8 milioni di euro ovvero 16 miliardi di vecchie lire. Ma non soltanto desta preoccupazione l'inutilità di questo organismo, che certamente non recherà alcun giovamento sui versanti del rispetto dei diritti umani e delle garanzie dei diritti dei detenuti; si determina anche una pericolosa interferenza con le competenze della magistratura di sorveglianza. L'abbiamo sostenuto più volte in Assemblea durante tutti gli interventi svolti. Addirittura, c'è una norma che prevede espressamente che i detenuti, in alternativa, potranno ricorrere alla magistratura di sorveglianza o alla figura del garante, che è stata sostituita con la commissione in virtù degli emendamenti che sono stati approvati.
Tutto il procedimento di esecuzione della pena, come abbiamo ricordato, è giurisdizionalizzato ed è rimesso nel nostro Pag. 31ordinamento alla competenza di un giudice. Noi abbiamo bisogno che questo procedimento sia giurisdizionalizzato, perché troppe volte durante l'esecuzione della pena abbiamo assistito a situazioni in cui il meccanismo si è inceppato e persone che non dovevano uscire dal carcere, ne sono uscite e hanno commesso altri reati.
Questa è la realtà di questi anni e il provvedimento in esame, per l'ennesima volta, va in contrasto con il principio dell'effettività della pena. Creare questa sovrapposizione di funzioni è assolutamente dannoso, perché, se è stata creata la magistratura di sorveglianza, è bene che la fase dell'esecuzione della pena sia competenza del tribunale e del magistrato di sorveglianza, con riferimento ai reclami relativi alla gestione pratica dell'esecuzione della pena stessa. Con questo provvedimento, invece, si crea un nuovo organismo con competenze che assolutamente si sovrappongono con quelle della magistratura, introducendo norme incostituzionali o che, quanto meno, noi giudichiamo potenzialmente incostituzionali.
Quindi, state attenti, perché con l'approvazione di questa legge, basterà che un magistrato decida di sollevare l'eccezione di incostituzionalità, perché essa sia sottoposta al giudizio della Corte costituzionale e vi sono molte probabilità che venga dichiarata incostituzionale, perché ricordo ai colleghi che la stessa Corte costituzionale in più occasioni ha stabilito che la fase dell'esecuzione della pena è rimessa al controllo giurisdizionale del giudice.
Introdurre un'altra figura con competenze che si sovrappongono a quelle di un altro organismo costituisce una violazione del principio del giudice naturale e precostituito per legge. Quindi, per fare una «marchetta ideologica», avete creato un carrozzone inutile e avete introdotto nel nostro ordinamento una disposizione incostituzionale.
Noi siamo sempre dalla parte delle vittime dei reati e non da quella degli autori e dei colpevoli dei reati e pensiamo che questo Parlamento abbia bisogno di dare dei segnali a tutela delle vittime dei reati, non dei loro autori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Fermo restando il diritto di tutti i colleghi che hanno chiesto di parlare per dichiarazione di voto ad esprimersi, mi appello alla collaborazione con la Presidenza per rispettare il programma dei lavori che abbiamo definito.
Come sapete, è prevista la commemorazione del professor Andreatta e, successivamente, una votazione per appello nominale. Vorremmo concludere i lavori entro un tempo ragionevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI (ore 11,50)

PRESIDENTE. Onorevole Daniele Farina, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BUE. Signor Presidente, in altre occasioni recenti è successo che ho consegnato la mia dichiarazione di voto, mentre altri deputati sono intervenuti. Quindi, questa volta intendo parlare, seppur brevissimamente.
Alla luce della tradizione e della sensibilità del partito al quale appartengo, preannuncio il voto favorevole a questo provvedimento, teso all'istituzione di una commissione nazionale per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
Non ci convincono, signor Presidente, le due obiezioni che abbiamo ascoltato nel Pag. 32corso di questo dibattito relativamente al paragone con la legge sull'indulto e ai rapporti con la magistratura.
Sulla prima osservo soltanto che appare assolutamente incomprensibile un no congiunto sia alla legge sull'indulto sia a quella che stiamo per approvare: se la prima è la presa d'atto - in fondo una sconfitta - di una situazione creatasi all'interno delle carceri non più sostenibile, questa rappresenta un'iniziativa volta alla sorveglianza e alla tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
Non mi convince l'idea che se si vuole applicare il principio di effettività della pena, allora non bisogna sorvegliare affinché siano garantiti a coloro che la pena la stanno scontando i diritti di civiltà e di rispetto delle persone umane.
Non mi convince neanche l'idea che la norma che ci accingiamo ad approvare possa rappresentare una forma di tutela della magistratura o un'iniziativa che possa metterne in discussione l'autonomia. Non è possibile pensare che i diritti di libertà individuali e, in questo caso direi, di civiltà, possano essere delegati ad altri se non a chi è costituzionalmente preposto a promuoverli e a vigilare sul rispetto degli stessi: il Parlamento della Repubblica italiana. Da questo punto di vista, ritengo che il provvedimento in esame testimoni la volontà del Parlamento italiano di agire secondo i dettami della Costituzione per tutelare quei diritti che la stessa Carta costituzionale mette in chiaro e al di sopra di qualsiasi appartenenza e ideologia.
Molte regioni hanno promosso ed approvato nel corso di questi anni, di questi mesi, leggi che prevedono l'istituzione del garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Altre regioni stanno maturando questa volontà (in alcuni casi, apposite leggi sono in corso di approvazione). Conseguentemente, sarà indispensabile instaurare un rapporto tra la commissione, che noi istituiremo approvando questo provvedimento, e questi istituti di carattere regionale, in modo che l'esercizio e la tutela di tali diritti sia garantita in tutta la nazione.
Con questa sensibilità e sottolineando i principi inalienabili, anche della persona detenuta, preannuncio, a nome del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista, il voto favorevole su questo provvedimento volto ad istituire la Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e il Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nucara. Ne ha facoltà.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, preannuncio, a nome della componente politica dei Repubblicani, Liberali, Riformatori, il voto favorevole sul provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.

GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo Forza Italia era favorevole alla scelta di fondo insita in questo provvedimento. Riteniamo, infatti, che curarsi della tutela dei diritti umani sia importante. Inoltre, in Italia mancava, perché non previsto da alcuna norma, un organismo eminente che si occupasse di questo aspetto.
Purtroppo, non ci pare che sia stato affrontato nel modo che intendevamo l'argomento, perché troviamo quella norma che prevede pesanti sanzioni in relazione alla richiesta di informative o all'esibizione di documenti: è una previsione che non si pone bene in un provvedimento che istituisce il Garante dei diritti umani. Questo Garante esordisce con una logica in qualche modo punitiva e sanzionatoria che era meglio lasciare da parte.
Per quanto riguarda l'aspetto delle garanzie dei detenuti, riteniamo che questi ultimi debbano avere la più ampia tutela possibile e che quindi il rapporto fra questa nuova Commissione e la magistratura di sorveglianza debba essere attivo senza arrivare a confliggere.Pag. 33
Ci pare che, a seguito di alcuni miglioramenti, grazie anche al lavoro della relatrice Mascia, si sia realizzato un buon testo, anche se, sull'una e sull'altra parte, ci auguriamo che il Senato operi ancora qualche miglioramento.
Qualcuno dice che si è istituito un carrozzone: anche noi abbiamo avuto questa sensazione, però, nel complesso, quanto si è realizzato ci pare sia da valutare in termini, se non fortemente positivi, quantomeno di possibile astensione da parte del nostro gruppo.
Certamente, l'aumento delle authority in questo paese può diventare, alla fine, pericoloso. Giovenale diceva: «Quis custodiet custodes». Alla fine, dovremo pensare ad istituire un'autorità che vada a sorvegliare le altre authority talmente saranno diventate numerose (questa, però, è un'annotazione un po' politica e un po' di costume)!
Per quanto riguarda, in conclusione, questo provvedimento, anche alla luce delle critiche che sono state fatte - riprendo il mio intervento in discussione generale, le diverse considerazioni da me svolte durante l'illustrazione e la votazione degli emendamenti, così come l'intervento del collega Contento - molto verrà affidato a chi avrà l'onere di portare avanti l'attività, sia della parte relativa ai diritti umani, sia di quella afferente alle garanzie dei detenuti.
Un bellissimo libro storico-filosofico, di Arturo Pérez-Reverte dal titolo Il maestro di scherma spiega come anche un fioretto, da sportivo, con il bottone sulla punta, possa, se usato in un certo modo, uccidere una persona. Noi ci auguriamo che quanti andranno a costituire questa autorità, saranno mossi dalla volontà di offrire una garanzia reale, non burocratica e «antipatica» sul piano dell'applicazione degli strumenti, dei diritti umani, andando incontro alle reali esigenze dei detenuti, senza dimenticare le vittime dei reati. Queste sono alla nostra attenzione e forse anche per loro un'autorità di garanzia potrebbe essere istituita.
Il voto di Forza Italia sarà, pertanto, un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marisa Nicchi. Ne ha facoltà.

MARISA NICCHI. Signor Presidente, consegnerò il testo scritto, ma desidero comunque sottolineare alcune ragioni che motivano il convinto voto favorevole del gruppo L'Ulivo sul testo unificato in esame. È una progetto di legge che dà seguito ad una risoluzione delle Nazioni Unite rimasta inattuata sul tema fondamentale dei diritti umani e prevede una funzione cruciale come quella di tutelare i diritti delle persone detenute o private delle libertà personali.
C'è una aspettativa su questa materia, maturata attraverso molte iniziative legislative e confluita in questo testo; una materia maturata e sperimentata in molte esperienze locali, oltre che con molti riferimenti europei.
Per noi la privazione o la limitazione della libertà, ovunque avvenga, non deve mai assumere i caratteri di un accanimento improprio. Deve essere conforme al dettato della Costituzione, che prevede per la pena una funzione educativa e non quella di arrecare una umiliazione aggiuntiva. Con questo provvedimento si dà seguito ad esigenze maturate a seguito di ben due sentenze della Corte costituzionale e si dà così vita a procedure stringenti di tutela della legalità dei detenuti, nel rispetto della funzione prevista dalla Costituzione, come ha spiegato bene l'onorevole Palomba. Per questo il nostro voto su questo provvedimento sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

PRESIDENTE. Deputata Nicchi, la Presidenza consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti, la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della sua dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pag. 34Cirielli, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Preannuncio il voto contrario del nostro gruppo su questo provvedimento ed esprimo una ferma protesta rispetto all'approvazione di questa legge, non perché chi parla sia contrario al principio della salvaguardia dei diritti umani, soprattutto delle persone detenute, ma perché ritengo, come tutti dovrebbero ritenere, che in Italia questo compito sia affidato la magistratura di sorveglianza. L'idea che si sprechino 8 milioni di euro semplicemente per un'operazione clientelare, per certi versi anche ideologica, è la dimostrazione di come questa maggioranza intende condurre il Governo della nazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRAZIELLA MASCIA, Relatore. Desidero ringraziare i funzionari, le funzionarie della Commissione e dell'Assemblea per il loro prezioso contributo e naturalmente tutti i colleghi della Commissione, che hanno contribuito alla stesura di un testo molto impegnativo ed anche atteso all'esterno del Parlamento (Applausi).



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