«Ora ci rivolgeremo alla Corte dei conti affinché vigili sull'effettivo recupero dell'Ici degli immobili della Chiesa tra il 2006 e il 2011. Si tratta di almeno 3,6 miliardi, secondo le stime dell'Anci: un enorme danno erariale che lo Stato ora è obbligato a recuperare». Maurizio Turco, ex deputato dei radicali, è uno dei protagonisti della battaglia legale sull`Ici degli in-unobili ecclesiastici che è durata 12 anni.
1. Pensa che sia possibile il recupero di queste cifre?
«Sono consapevole che non sarà facile, anche perché in
oltre dieci anni molti immobili sono stati venduti a privati. Ma la Corte di
giustizia dell`Ue ha corretto quanto stabilito dalla Commissione Ue che aveva
accettato la versione dello Stato italiano sull'impossibilità di recuperare
quei soldi. Ora lo Stato è obbligato a farlo, non ci sono altri gradi di
giudizio e non ci sono più alibi. E noi chiederemo alla stessa Corte di
estendere la sua azione fino al 1992, quando l'Ici fu introdotta».
2. Se il governo non si muoverà cosa farete?
«Intanto l'Italia se non recupera quelle somme rischia
una procedura di infrazione. E c'è la possibilità di chiamare in causa il
governo in carica per danno erariale. La sentenza è appena arrivata, i nostri
legali la stanno valutando, ma non escludiamo di chiamare in causa anche i
decisori politici del passato. Sulla materia hanno messo mano il governo
Berlusconi del 2001-2006 e il secondo governo Prodi, ci sono dei funzionari che
hanno firmato i provvedimenti di esenzione totale o parziale per gli immobili
della Chiesa».
3. La Cei si è mostrata soddisfatta per la sentenza…
«Sono soddisfatti perché intanto sono passati 12 anni,
noi ci eravamo mossi nel 2006».