(le parti sottolineate non sono state pubblicate per ragioni di spazio)
Parla Turco: «Ormai l’ingiustiza è strutturale e le riforme non arrivano. Così tramonta lo Stato di diritto.»
Da Regina Coeli al Vaticano. Per il 6 novembre i Radicali stanno preparando la marcia per l’amnistia dedicata a Papa Francesco e Marco Pannella. Uno dei suoi esponenti più importanti, Maurizio Turco, ci spiega le ragioni di questa marcia e parla anche dei «problemi» con Emma Bonino e nel partito.
Quattro conferenze stampa per
promuovere questa marcia per l’amnistia
del sei novembre. Perché?
«Perché i media negano il diritto dei cittadini di conoscere per decidere e
gli impongono i temi e le proposte».
L’«Avvenire» dice che i cattolici non
possono marciare coi radicali
e di fatto si dissociano dal papa che pronunzia la parola amnistia. Che c’è sotto?
«Credo che sotto non ci sia che un
sano dibattito, ad Avvenire, nella CEI, in
Vaticano. La risposta che ci ha dato Marco Tarquinio, sull'Avvenire di cui è
direttore, è ben racchiusa nel titolo
"Carceri umane e ri-umanizzanti, la stereofonia di cattolici e radicali”. (Anziché ascoltare e discutere del suono di cui scrive
Tarquinio) Si preferisce amplificare il rumore
di altri. Così si parla d'altro
e non delle "Carceri umane e ri-umanizzanti"».
Credete davvero che in Italia si debba fare un’amnistia?
«L'amnistia è indispensabile. Lo
Stato dell'in-giustizia è strutturale. Il Comitato dei Ministri del Consiglio
d'Europa ha scritto che la
lentezza delle procedure giudiziarie mette in pericolo lo stato di diritto; e rileva che è un problema che va
avanti sin dalla fine degli anni '80. E
poi c'è il silenzio sull'amnistia di fatto: le prescrizioni».
Riforme: perché sulla giustizia e
sulle carceri si fanno passi da
lumaca?
«Il bilanciamento dei poteri in
Italia è la bilancia di un
potere, quello giudiziario a causa di una classe dirigente e burocratica, non solo politica, che non è all'altezza
del compito. Il compito è quello del
rispetto dello Stato di Diritto».
Si è appena concluso il congresso di Radicali italiani, con un
forte antagonismo. Come va a finire?
«È già finita che il Congresso del
Partito Radicale che si è riunito ai
primi di settembre nel carcere di Rebibbia, ha deciso, con il doppio dei votanti del precedente congresso e i due terzi
dei voti, di procedere alla liquidazione del
Partito qualora non si riescano a
raggiungere i tremila iscritti nel 2017 e nel 2018. Non ci siamo fatti sconti: è il triplo degli iscritti che
all'incirca abbiamo avuto ogni anno negli
ultimi dieci anni. E abbiamo riproposto l'agenda radicale del Partito Radicale di Marco Pannella (:
la transizione verso lo stato di diritto a partire dai paesi a democrazia
reale, e il diritto alla conoscenza; la prosecuzione della
battaglia per l’amnistia e l’indulto quale riforma obbligata per l’immediato
rientro dello Stato nella legalità costituzionale italiana ed europea; la
scelta federalista e per gli Stati Uniti d'Europa, unica alternativa ai
nazionalismi antifederalisti e alla deriva burocratica dell'Unione
Europea. La mozione alternativa a questi obiettivi proposta, tra gli
altri, dai dirigenti di Radicali Italiani e dell'Associazione Coscioni,
prevedeva di congelare il Partito per otto mesi, insomma una ibernazione
eutanasia. Poi hanno tenuto i congressi delle loro associazioni ed hanno adottato
l'agenda Soros.).
Emma Bonino ha ammonito "Nessuno si senta vero erede di Pannella".
Posso garantire, a costo di apparire
presuntuoso, che non era il Partito Radicale quello che a Piazza Navona si vendeva la bara di Marco per quattro
voti».
La Bonino che la definisce «unumviro» e che chiama «quadrumviri»
lei, Rita Bernardini, Sergio d’Elia ed
Antonella Casu, secondo lei vuole farsi il proprio
partito con il simbolo Radicali?
«(Io penso che lei non
tolleri assolutamente un partito.) Nell'ultima direzione segretario e tesoriere avevano preparato alcune modifiche
statutarie, tra le quali quella di
cancellare "italiani" e di prevedere la possibilità di partecipare alle elezioni. Lei li ha
stoppati perché... non ci sono elezioni
all’orizzonte.D'altronde il 1° aprile, con tre amici, ha convocato una conferenza, ha
presentato un simbolo in cui campeggiava
a caratteri cubitali "radicali" ed hanno comunicato che presentavano liste al Comune di Roma e Milano. E
nonostante il comizio sulla bara di Marco
gli esiti sono stati elettoralmente disastrosi. Per non dire di quelli politici. E tacere delle
conclusioni milanesi».
Si arriverà alla temuta scissione dell’atomo?
«L'energia e la radioattività in circolo dimostrano
che c'è stata da alcuni anni, ed è stata registrata dal momento in cui è
avvenuta.
Mi interessa però far sapere che ci sono alcuni compagni del Partito Radicale che
sono costretti alla clandestinità
politica, dal 9 ottobre fanno lo sciopero della fame, e sono, tra gli altri, Rita Bernardini, Maurizio
Bolognetti e Irene Testa. E il 5 e 6 novembre si uniranno in digiuno
oltre 11mila detenuti.
Se uno solo di loro salisse sul tetto di un carcere e ci
rimanesse per più di dieci minuti ci
sarebbe la diretta a reti unificate».
(Il Partito Radicale, dalla sua clandestinità forzata, anche
se costretto a pagare il prezzo della censura continuerà, anche grazie a Marco
Tarquinio, a scommettere sulle carceri umani e ri-umanizzanti.)