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2009 12 11 * L'Opinione * Nessuno tocca Cosentino Nemmeno i Radicali * Dimitri Buffa

Respinta la richiesta di arresto. La relazione di Turco imbarazza il Pd

Nicola Cosentino adesso può respirare, dopo l’esito della votazione di Montecitorio che ha respinto la richiesta della procura di Napoli di custodia cautelare nei suoi confronti. Contro l’arresto si sono espressi 360 deputati, mentre hanno votato a favore in 226. Cosentino come è noto era accusato dalla procura di Napoli per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. Cioè il clan dei Casalesi. Votando palesemente con il Pdl insieme ai deputati dei radicali italiani (mentre l’Udc e tanti altri “franchi tiratori” del Pd lo hanno fatto un po’ più defilati) il deputato del Partito Radicale Maurizio Turco, ieri ha creato un caso schierandosi apertamente, da buon radicale, all’ “opposizione della maggioranza e dell’opposizione”. Inoltre la relazione di Maurizio Turco ha creato un serio problema in seno al Pd e nelle già tormentate vicende della Camera, perché il presidente Gianfranco Fini non ha dato il permesso di allegarla agli atti di Montecitorio. Di modo che oggi come oggi la conoscono solo i frequentatori del sito radicali.it oltre che di quello personale dello stesso Turco. Ci si chiede, non solo da parte dello stesso Turco, il perché di questa interferenza un po’ politically correct di Fini. La relazione in dissenso dalla propria parte politica è infatti una prassi consolidata. Ma in questo frangente, visto l’imbarazzante contenuto per i Ds campani, sembra abbia prevalso la carità di patria. E leggendo alcuni brani di essa si capisce perchè. Ad esempio quando Turco, entrando in argomento dopo l’introduzione, scrive che “Cosentino è certamente insensibile alle ragioni della buona amministrazione e a quelle di un mercato concorrenziale ed efficiente, ma non avrebbe potuto fare tutta la strada che ha fatto senza l’incredibile inerzia della gestione commissariale (vale a dire di Antonio Bassolino) e l’interessato strabismo di consistenti pezzi dei partiti di centro-sinistra”.

Poi Turco precisa che “nella situazione di cui s’interessa l’inchiesta all’attenzione della Camera, si staglia non solo la figura di Nicola Cosentino ma anche quella del consigliere regionale Angelo Brancaccio, eletto nel 2005 con i Democratici di sinistra. Costui viene arrestato nella primavera del 2007 per gravissime accuse di connivenza con la camorra e in particolare proprio con quei fratelli Michele e Sergio Orsi, che l’inchiesta vuole soci di fatto di Cosentino. Costoro addirittura si tesserano per qualche tempo con i DS, senza che in quel partito nessuno si scandalizzi, si ribelli al fatto che due presunti camorristi casalesi sono stati ammessi al laticlavio della politica militante. Appena arrestato Angelo Brancaccio viene espulso dai DS, passa al gruppo regionale dei Popolari-UDEUR ne diviene il Segretario provinciale di Caserta, in Regione è attualmente membro della Commissione speciale 2. Commissione speciale trasparenza ; Commissione consiliare speciale di controllo delle attività della Regione e degli enti collegati e dell’utilizzo di tutti i fondi.” Come a dire: ma di questi la magistratura non ha trovato il tempo di occuparsi? Ancora più esplicito l’attacco a Bassolino: “Dopo le elezioni regionali del 2005 Bassolino aveva un potere quasi incontrastato: era già commissario straordinario, poteva ripulire la Campania nel volgere di poche settimane. Cosentino a Casal di Principe e Landolfi a Mondragone erano suoi nemici e a Casal di Principe e Mondragone si facevano blocchi stradali e si incendiavano i rifiuti, ma Bassolino aveva la forza ed i poteri dalla sua: che bisogno c’era di servirsi dei metodi e degli ammiccamenti alla malavita di uno come Brancaccio? Non sarebbe stato meglio andare dalla magistratura e chiedere un’inchiesta vera, senza sconti per nessuno? E dal punto di vista amministrativo, non era meglio scegliersi persone di fiducia e non l’ambiguo Facchi da Milano? E sul caso della discarica di Pianura e dell’assessore Nugnes - suicidatosi poco più di anno fa - che cosa si deve concludere? Che il voto di scambio di cui si è avvalso Cosentino giovasse anche a qualcuno nel centro-sinistra?”

Infine una stoccata alla magistratura: “di Cosentino si parla da molti anni nel contesto delle inchieste campane, la procura (e di conseguenza il GIP) non dice però perché per almeno 10 anni non si è voluto andare a fondo sulle ipotesi che riguardano il deputato Cosentino..(…) E’ dunque la credibilità dell’inchiesta, in ordine al coinvolgimento del deputato Cosentino, che viene irrimediabilmente messa in discussione dai tempi e dai modi relativi all’iscrizione del deputato nel registro degli indagati e dai tempi della domanda di arresto. Perché solo ora? Troppo lavoro da dieci anni a questa parte per la Procura di Napoli Occorreva vedere quanto cresceva politicamente il politico Cosentino, prima di intervenire?”. Insomma adesso il lettore forse avrà capito perchè non si è voluto che questa relazione restasse agli atti della Camera.