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2009 08 29 * Milano Finanza * Quel rude sconto padano * Antonio Satta

FISCO ATTIVO Grazie a un'interrogazione radicale, il ministero dell'Economia dopo un anno e mezzo spiega come ha fatto a ridurre a soli 155 milioni la maxi-multa da 1,8 miliardi comminata dall'Agenzie delle entrate a Bell

Di questi tempi se le domande non sono almeno dieci, sembra che non valga nemmeno la pena di farle. Maurizio Turco, parlamentare radicale, s'è invece accontentato della metà ma ha dovuto attendere un anno e mezzo perché qualcuno a via XX Settembre si decidesse a rispondere ai suoi cinque quesiti, rivolti prima a Tommaso Padoa Schioppa e poi a Giulio Tremonti. Sì, perché puntiglioso com'è la sua interrogazione parlamentare, depositata nel gennaio del 2008 mentre il governo Prodi era ormai dimissionario, Turco l'ha ripresentata identica lo stesso giorno d'insediamento del nuovo Parlamento, ossia il 29 aprile 2008. L'argomento, effettivamente, giustificava tanta ostinazione, visto che le cinque domande si possono riassumere in un solo e non peregrino quesito: com'è possibile che la maxi-multa, comminata dall'Agenzia delle entrate alla Bell di Emilio Gnutti & co. per la plusvalenza realizzata cedendo il pacchetto di controllo di Telecom a Marco Tronchetti Provera, sia potuta passare da 1.8 miliardi a poco più di 150 milioni? Curiosità condivisa da gran parte del mondo finanziario, per non dire della pubblica opinione, che dopo aver letto paginate su paginate riguardo il grande colpo degli 007 antievasione, ha poi scoperto che per chiudere la partita è bastato pagare (tra imposte evase, sanzioni e interessi) neanche un decimo della somma accertata.

A spiegare il macchiavello è arrivato ora il sottosegretario all'Economia, Daniele Molgora, che ha ripercorso tutta la vicenda, dal passaggio di mano delle azioni nell'estate 2001, al momento in cui , nel 2007, i pm di Milano, Carlo Nocerino e Letizia Mannella, si sono convinti che il vero indirizzo di Bell non era al n. 73 di Cote d'Eich, in Lussemburgo, ma in via dei Giardini 7, a Milano, sede dello studio legale Freshfields Bruckhaus Deringer (caso classico di cosiddetta esterovestizione). Un cambio di domicilio molto oneroso, visto che comportava il pagamento alle Entrate delle imposte sulle plusvalenze incassate con la cessione ad Olimpia del 28% dell'Olivetti (costo complessivo dell'operazione circa 6,5 miliardi). Un conto salato, dato che secondo le Entrate sull'imponibile accertato di 1.816.632.536 euro, mancavano all'appello 653.987.713 euro. di imposte, alle quali si dovevano aggiungere le sanzioni conseguenti per 1.177.177.884 euro (pari al 120% della cifra evasa aumentato di un altro 50%). Non solo, le Entrate, guidate all'epoca da Massimo Romano, nel suo avviso di accertamento contestava a Bell anche la messa in liquidazione di fatto della società, vista la sostanziale dismissione del patrimonio sociale effettuata attraverso la distribuzione ai soci degli utili realizzati e del sovrapprezzo quote e informava gli amministratori della società e tutti i soci, che avrebbe agito nei loro confronti per le autonome responsabilità al pagamento delle imposte.

Queste, quindi, le premesse, sulla base delle quali Bell decise di trattare, attivando il procedimento di accertamento con adesione, che ha permesso, spiega Molgora «una ricostruzione complessiva della posizione fiscale della società che ha tenuto conto, cioè, di tutte le posizioni attive e passive nei confronti dell'Erario, così come si sarebbero manifestate se Bell si fosse comportata come soggetto con residenza fiscale in Italia». Il regime di tassazione applicato è quello che deriva dal dlgs 358/97, che prevede un'aliquota sostitutiva del 27%, ma solo sulla plusvalenza netta, cioè sulla cifra che resta dopo aver scontato le spese relative alla cessione stessa. In sostanza, si tratta degli gli onorari per le consulenze legali e finanziarie, che Molgora non quantifica, ma che a questo punto, data la differenza dei valori in campo, devono essere stati notevoli. E non è stata questa l'unica deduzione. Dal conto, spiega sempre Molgora, sono state dedotte anche le tasse pagate in Italia dai singoli soci per i dividendi incassati con la distribuzione degli utili, secondo il principio che non si può tassare due volte la stessa plusvalenza «una prima volta a livello societario, al momento della produzione dell'utile d'impresa e, una seconda volta, a livello dei soci, al momento della distribuzione del predetto utile sotto forma di dividendo». Visto che complessivamente i soci avevano pagato circa 246.507.000 euro di tasse, anche questa cifra è stata scontata dal totale.

Valutati tutti questi aspetti, gli oltre 650 milioni di imposte sono scesi a 105.383.464 euro, ai quali sono stati aggiunti interessi per 18.784.241 e sanzioni per 31.615.039 euro («pari a un quarto del minimo edittale»). Insomma, spiega Molgora con precisione fino al centesimo, la partita è stata chiusa con un assegno di 155.782.745,26 euro, ai quali si devono aggiungere altri 70 milioni di mancate detrazioni per le perdite di Holinvest, azzerate dal «rimpatrio» della plusvalenza.

Quanto ai soci, Molgora, ha spiegato che i dividendi sono andati «alla controllante Hopa spa, unitamente alle controllate GPP International sa e GP Finanziaria spa, nonché, Banca Antonveneta spa, Interbanca spa, Banca Monte dei Paschi di Siena spa, Unipol gruppo finanziario spa, RB Finance srl, FGF Finanziaria Gazzoni Frascara srl e i signori Ettore, Tiberio e Fausto Lonati». Avendo i soci di minoranza «corrisposto le imposte sui dividendi percepiti», non essendo stata formalmente liquidata Bell e soprattutto essendo stata «completamente soddisfatta dalla società accertata», la pretesa erariale, ogni altra con- troversia è stata chiusa. A questo punto non resta che chiedere all'onorevole Turco se è soddisfatto della risposta. «Certamente no. Sarò io che non capisco ma continua a sem- brarmi un altro regalo alla rude razza padana», ha dichiarato a MF-Milano Finanza.

LE TASSE DI BELL

in euro
Imponibile dichiarato
0
Imponibile accertato
1.816.632.536
Maggiore imposta
653.987.713
Sanzioni previste
1.177.177.884
Esborso effettivo finale
155.782.745