Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

2001 11 06 * L'Opinione * Maurizio Turco: "Tutta la verità su Arlacchi e i suoi traffici all'Onu", intervista di Dimitri Buffa

Maurizio Turco parla con "l'Opinione" di droga, proibizionismo e dintorni. Ovvio che il discorso vada su Pino Arlacchi, vicesegretario Onu con delega di lotta agli stupefacenti, e le sue imprese: dal finanziamento ai talebani in Afghanistan a quello del regime del Laos dove tuttora sono detenuti cinque militanti radicali rei di avere protestato contro la violazione dei diritti umani a Vientiane. Turco però ci impreziosisce il tutto con questo documento, acquisito dall'Onu durante l'inchiesta amministrativa interna sulla gestione Arlacchi, da cui viene fuori che lo stesso, passando sopra ogni cautela amministrativa, si prodigò perché lo skipper Daniele Oren ottenesse almeno parte di quel finanziamento da 80 mila dollari finalizzato a un progetto di propaganda del verbo antidroga arlacchiano mediante un giro del mondo in barca a vela. Se tutto ciò vi sembra surreale leggetevi questa intervista per crederlo possibile.

Cosa c'è ancora nel rapporto Oios riservato su Arlacchi e la sua gestione?
Intanto ricordiamo che l'organo di controllo interno dell'ONU ha accertato che Pino Arlacchi ha "governato" l'Ufficio Antidroga con una "gestione ipercentralizzata, arbitraria e poco trasparente ... spreco di risorse ... assenza di procedura per la revisione e l'approvazione dei progetti ... assenza di controllo obiettivo di qualità ... strategia di fund raising senza prospettiva di lungo termine ..." ecc ecc ecc Ma Arlacchi è stato capace di ben altro. Infatti, nello stesso rapporto si legge che, per quanto riguarda l'ormai famoso progetto del giro del mondo in barca contro la droga, l'OIOS ha deciso di fare una valutazione ad hoc e di rimetterla in forma riservata al Segretario generale Kofi Annan a causa della gravità dei fatti contenuti. Oggi rendiamo pubblico un documento di questo rapporto riservato. Si tratta di un "ordine di servizio" del vicesegretario dell'ONU Arlacchi con il quale, in base a motivazioni risibili, comunica che non si è tenuta la "gara d'appalto" e quindi, avendo lui stesso approvato l'idea della "crociera antidroga", chiede che l'azione amministrativa proceda con urgenza. Insomma Arlacchi chiede che si versi subito il denaro. Questo accade perché, di tutta evidenza, non c'è un fondo da cui prelevare il denaro e quindi ... Arlacchi decide che il denaro venga prelevato dal fondo "Albania Preparatory Assistance". Naturalmente, scrive Arlacchi, i soldi saranno rimessi al loro posto nel momento in cui il progetto sarà pronto. La sintesi è che il vice segretario dell'ONU finanzia una idea, probabilmente il responsabile dell'amministrazione si rifiuta di inviare denaro senza progetto, e quindi Arlacchi dà disposizione di prendere il denaro da un fondo diciamo improprio. Alla faccia delle procedure amministrative dell'ONU.

E Kofi Annan che provvedimenti ha preso nei confronti di Arlacchi?
Innanzitutto tiene nel cassetto il rapporto sulla "crociera antidroga", poi non lo licenzia, infine gli concede di terminare il proprio mandato nella pienezza dei poteri senza nemmeno un blandissimo, ma pubblico, richiamo. Penso che ciò potrebbe essere accaduto perché, come ha scritto l'Espresso, a luglio il Ministro Ruggiero avrebbe scritto ad Annan che l'Italia era ancora interessata ad avere quell'incarico e a darlo al Signor Arlacchi. Spero che quest'ultima parte dell'indiscrezione sia falsa o che il Ministro sia stato vittima di qualche burocrate, anche perché a luglio sinanche Kofi Annan era stato informato sui metodi gestionali arlacchiani, è quindi impossibile che al Ministero degli esteri ne fossero all'oscuro.

Come avete saputo invece del finanziamento al Laos?
In modo del tutto casuale su un giornale online del Laos alla ricerca di notizie sui nostri cinque compagni arrestati in quel paese per avere manifestato in favore della democrazia e di cinque cittadini laotiani inghiottiti dal regime. Comunque non mi sono affatto meravigliato che, dopo il regime dei Talebani, anche il regime comunista antidemocratico laotiano sia stato finanziato dal l'UNDCP. Il 99% dell'eroina mondiale è ricavata dall'oppio coltivato in tre paesi, Afghanistan, Birmania e, appunto, il Laos. Visto che l'eradicazione delle colture è uno dei dogmi della politica proibizionista, questi paesi sono oggetto di elargizioni economiche. Mi consenta di rilevare sommessamente che, nonostante l'UNDCP produca ogni anno migliaia di pagine di analisi, non sia ancora arrivata a cogliere che questi tre paesi hanno una cosa in comune : il sistema istituzionale. Il Laos è occupato da un regime comunista, la Birmania da un regime militare, l'Afghanistan da un regime teocratico.

Quale è il probabile futuro di Arlacchi?
Nel settembre 1997 Kofi Annan nominò Arlacchi su segnalazione dell'allora Presidente del Consiglio Prodi, in quel momento sostenuto anche da Rifondazione Comunista. L'Italia è il maggiore finanziatore dell'UNDCP e pertanto ha "diritto" a "nominare" il direttore dell'agenzia. Penso che questo paese abbia il diritto di sapere che Arlacchi non è stato scelto dall'ONU e che la sua professionalità è stata certificata da Prodi. Arlacchi sicuramente non sarà riconfermato, probabilmente non avrà un incarico all'ONU ma forse - per responsabilità di una qualche componente governativa o per opera di un qualche burocrate - non tornerà nemmeno ad insegnare all'Università di Sassari ma avrà un qualche incarico, più o meno prestigioso ma sicuramente ben pagato. "

Chi ha difeso Arlacchi nella Ue?
Nonostante abbia ripetutamente e a tempo debito avvisato il Presidente della Commissione Prodi di quanto accadeva all'UNDCP, questi mi ha risposto una sola volta dicendomi che ne prendeva nota e che avrebbe rimesso il dossier nelle mani dei servizi della Commissione europea ai quali avrebbe dato disposizione di tenermi informato. Da allora non ho avuto più notizie, né da Prodi né dai suoi servizi. In compenso ho scoperto che la linea di bilancio con la quale l'Unione Europea finanzia l'UNDCP, non ha base giuridica. Ho presentato una interrogazione parlamentare ma immagino che Ponzio Prodi anche in questa occasione scaricherà le responsabilità su qualche servizio. Per rispondere puntualmente alla sua domanda, Arlacchi non è né difeso né attaccato. Ha ormai maturato il diritto a macerare nel brodino delle burocrazie europee ed onusiane. Diciamo che, a ragione, lo rispettano come uno di loro.

Morale della favole: è solo colpa di Arlacchi o anche dell'ideologia proibizionista sulla droga?
Il proibizionismo ha accresciuto i problemi sanitari, ha creato i problemi sociali, ha rafforzato e reso sempre più ricca, potente, violenta e feroce la criminalità. La morale è semplice. Il proibizionismo sulle droghe è una politica criminogena. Non avere questa consapevolezza, ma addirittura pensare che le droghe possano essere cancellate dalla Terra in dieci anni è una follia.

Che ne pensa della politica italiana sulla droga che si esprime ogni anno a San Patrignano?
Noi sappiamo che la proibizione ha concesso gratuitamente e a livello planetario il monopolio della coltivazione e della distribuzione delle droghe illegali alla criminalità comune, o che cerca di ammantarsi con motivi politici o religiosi. Ci si può illudere ma le politiche nazionali possono fare ben poco. Tra questo poco -ma per noi non è affatto poco- c'è la possibilità di attenuare o peggiorare le condizioni dei tossicodipendenti. L'importante è che non ci si venga a raccontare la balla che sinora non ci sia stata repressione e che questa possa essere di un qualche aiuto. Chiedano ad Arlacchi se, laddove c'è la pena capitale per chi commette reati connessi alle droghe proibite, il traffico e il consumo siano stati debellati o se, come accade, anche lì non siano invece esplosi. Non tenere conto di questo e affrontare il problema delle droghe proibite con il metro etico-morale e non politico è quanto già accade in Afghanistan, Laos e Birmania. Se il nostro Governo, se i Ministri Sirchia, Maroni, Moratti e l'ex ministro Livia Turco (il quartetto Vespa, per intenderci) prendessero un aereo per Madrid, potrebbero avere una lezione, non so se di sinistra o di destra, ma di buone pratiche per contenere i danni. Spero che i Signori Ministri sappiano chi governa in Spagna. Capirebbero così che San Patrignano non è la soluzione ai problemi delle droghe proibite, anche se è sicuramente uno tra i migliori ospedali per tossicodipendenti problematici.