Il Giornale, 4 settembre 2020
L’INTERVISTA Maurizio Turco
«Grillini guidati da ignoranza
politica Il taglio dei seggi è un atto eversivo»
Il segretario dei Radicali in campo per il No: «I risparmi? Una truffa»
di Fabrizio Boschi
Radicalmente per il No. Il Partito Radicale ne è sempre più convinto. Per questo
scriverà No sulle schede del referendum per il taglio dei parlamentari. Da quando
poi la guida del partito è passata, lo scorso anno, a Maurizio Turco, la posizione
è diventata ancora più rigida. Ex europarlamentare ed ex deputato è anche Presidente
della Lista Marco Pannella.
Turco, avete cambiato idea sul taglio dei parlamentari?
«Assolutamente no. Siamo da sempre per il maggioritario. E la riduzione del
numero di senatori e deputati e la preannunciata abolizione del vincolo di mandato
e con la prospettiva del superamento del Parlamento stesso, è un atto eversivo per
il superamento della democrazia rappresentativa».
Ma non si è sempre detto che i parlamentari sono troppi in Italia?
«Il taglio a 600 parlamentari andrebbe anche bene se non fosse per un piccolo
particolare: sarebbero lo stesso divisi in due Camere. Il parlamentare è il rappresentante
dei cittadini e di un territorio. In questo modo non lo sarebbe più».
L’avete detto a Di Maio?
«Certo. Gli abbiamo detto che avrebbero dovuto prima cambiare la Costituzione.
Sa cosa mi ha risposto? Che lo faranno con i regolamenti. Vede, è proprio questo
il problema. Sono comandati dall’ignoranza politica. Ma con quale faccia, se non
la loro, potrebbero rimanere dove sono dopo aver detto ai loro elettori che un Parlamento
così numeroso si traduce in una manica di parlamentari incompetenti, incapaci e
fannulloni? Li hanno eletti loro, con le loro liste bloccate, e ora si lamentano
degli eletti, facendo venire i sensi di colpa ai cittadini. Non esistono più i rappresentanti
dei cittadini ma di piccole oligarchie che decidono chi va in Parlamento e chi no,
senza che li conosca nessuno».
Il problema è solo il M5s?
«Adesso sì. Non avendo alcun fondamento ideale ed ideologico si muovono a seconda
della loro convenienza. Sono vicino agli undici milioni di cittadini che hanno preso
in giro. Non c’è stato uno dei grandi impegni promessi che hanno mantenuto. E così
si sono buttati sul taglio dei parlamentari ricattando prima la Lega e poi il Pd».
Ma con meno parlamentari ci sarebbe almeno un risparmio.
«Una truffa. Hanno fatto credere ai cittadini che così risparmieranno, ma questo
non è un taglio alla casta che anzi rafforzerebbe il suo potere. I cittadini così
rinunceranno ai loro rappresentanti. E che ne sarà delle regioni periferiche e marginali
più lontane a Roma? Chi le ascolterà? A chi interesserà più del Molise, della Basilicata,
ma anche dell’Abruzzo e della Sardegna?».
E il Pd che dice?
«Il Pd si era fondato su ipotesi di bipolarismo e sul maggioritario, ma oggi
il Pd è altro, più interessato a rieleggere il presidente della Repubblica che a
non mandare al governo la destra. A questo si è aggiunto un altro interesse e sono
i miliardi che arrivano dall’Europa. Siamo davanti a un mega piano Marshall che
alla Dc è servito a rimanere mezzo secolo al governo».
Insinua che ci toccheranno il Pd e il M5s per 50 anni?
«Forse anche 70 se andiamo avanti così. Con 300 miliardi da spendere possono
fare quello che vogliono».
Come mai c’è affollamento nel campo del No?
«Perché pensano di vincere. Faccio appello al centrodestra, e soprattutto a
Forza Italia, che si è sempre espressa per il maggioritario e per il presidenzialismo:
come fa a votare una riforma ancorata al sistema proporzionale?».
Che ne penserebbe Pannella?
«Che stanno amputando la democrazia».