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2018 08 * La nuova liberazione * ESSERE SPERANZA CONTRO VECCHI E NUOVI TOTALITARISMI * Maurizio Turco

Siamo a circa 1.200 iscritti e siamo all’inizio della campagna 8 firme contro il regime.
Entro il 31 dicembre dobbiamo raggiungere gli obiettivi di 3.000 iscritti e 50.000 firme autenticate e certificate.
Alle condizioni date, raggiungere l’obiettivo è tanto difficile quanto indispensabile.
Le condizioni nelle quali agiamo sono quelle di una forza politica clandestina perché clandestinizzata, non certo per una nostra scelta politica. Tutto prevedibile e previsto, atteso e quasi scontato. Come recita la mozione adottata dagli iscritti a Rebibbia nel settembre 2016:
Il Congresso del Partito Radicale denuncia nuovamente – dopo quanto affermato dal congresso di Budapest del 1989 – la gravissima opera di quanti continuano a far credere che il Partito voglia liberamente scegliere la propria dissoluzione. Il Partito Radicale ha da tempo e con sempre maggiore puntualità e precisione, rigore e vigore, documentato la situazione fallimentare, cui ostracismi, mistificazioni, uso antidemocratico dei poteri statali e privati, compresi quelli dell’informazione, ha ridotto il Partito stesso, sul piano delle risorse, umane e di mezzi.
Non è quindi un caso se dal 4 settembre le iniziative, le lotte del Partito Radicale siano state censurate e i suoi esponenti e militanti siano stati cancellati dai mezzi di informazione impedendo ai cittadini di conoscere per deliberare, sintesi di uno dei principi di base che connotano uno stato liberale.
È vero quel che si dice: continuiamo imperterriti a denunciarne la violazione. Non si è però ancora preso atto, consapevolezza, coscienza di cosa vuol dire quel segmento di teoria della prassi politica che corrisponde all’esperienza, alle lotte, alle proposte del Partito radicale.
Oggi più di ieri. Perché oggi siamo quella forza politica che in ragione di una scelta fatta nel 1989, quella di non partecipare alle elezioni, di non essere competitivi sul piano elettorale, è l’unica forza alternativa credibile al regime di ieri, non ancora definitivamente superato e a quello in fieri, che non si è ancora definitivamente affermato.
Perché il futuro è nel superamento del regime che si va affermando ad occidente che è il perfezionamento di quanto è andato maturando in questi decenni e che abbiamo saputo annunciare, indicare, denunciare e rispetto al quale abbiamo saputo proporre alternative urgenti, necessarie, possibili.
Dobbiamo continuare a ricordare e ripetere, e dovremo farlo fino alla nausea di chi ha la possibilità, l’opportunità, la fortuna di poter essere raggiunto dai nostri messaggi. Ricordiamocelo e ricordiamolo ancora una volta perché è nel 1979, quarant’anni fa, che abbiamo delineato un possibile ordine nuovo. È nel 1979 che con Marco Pannella denunciammo il nuovo olocausto dello sterminio per fame sete e guerre nel mondo, quale conseguenza del disordine economico internazionale. Ed è del 1982 il Manifesto Appello scritto da Pannella e sottoscritto da quasi tutti i Premi Nobel del tempo. Quel testo era ed è la risposta ai problemi del nostro tempo. Quando fu scritto c’era l’urgenza di un intervento straordinario per fermare la morte per fame di milioni di persone e per restituirli vivi allo sviluppo.
Quindi nel 1987 lanciammo l’ennesimo campanello d’allarme sulla questione ambientale, decidendo che una delle tre relazioni congressuali fosse sul buco nell’ozono, fenomeno allora sconosciuto al grande pubblico, con relatore il Professor Giorgio Fiocco, padre della fisica dell'atmosfera e tra l’altro membro dell'Accademia dei Lincei, professore di Fisica Terrestre all'Università "Sapienza" di Roma. 

IMMIGRATI SI, IMMIGRATI NO
Avevamo previsto i grandi fenomeni migratori? Di più: abbiamo lottato per prevenirli, lo compresero i Premi Nobel ma non la politica che, in particolare in Italia, vide nell’aiuto straordinario l’ennesima occasione per distogliere denaro pubblico.
Oggi il dibattito è drogato dalla contrapposizione tra chi li vuole TUTTI e chi non ne vuole NESSUNO. Dove la percezione, degli uni e degli altri, si scontra con la realtà dei fatti.
Intanto bisogna distinguere tra migranti a vario titolo e richiedenti asilo a giusto titolo e l’UNHCR, l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, sul punto è netta. Nel documento “rifugiati e migranti (1) alla domanda se siano situazioni intercambiabili la risposta è:
“No. Nonostante stia diventando sempre più comune vedere i termini “rifugiato” e “migrante” usati in modo intercambiabile nei media e nei dibattiti pubblici, vi è tra i due una differenza fondamentale dal punto di vista legale. Confonderli può avere conseguenze importanti per rifugiati e richiedenti asilo, così come generare fraintendimenti nel dibattito sull’asilo e la migrazione.”
Quindi vanno distinte le diverse posizioni tra chi ha diritto alla protezione umanitaria e chi invece questo diritto non ce l’ha. A chi ha diritto alla protezione lo Stato ha il dovere di garantire condizioni di vita dignitose.
Vi è poi il fronte di quei lavori per i quali la manodopera è insufficiente: è necessario prevedere e garantire flussi legali.
Come nel 1979, quando prevedevamo che bisognasse salvare i morti per fame sete e guerre per restituirli vivi allo sviluppo, altrettanto bisogna fare oggi. E quindi va detto che è ipocrita, che nel nome di una emergenza che non finirà mai, si possano parcheggiare giovani ragazzi senza far nulla tutto il giorno e senza alcuna prospettiva; o viceversa sfruttandoli tutto il giorno e con la prospettiva di non potersi liberare. 

LA BOMBA DELL’INFORMAZIONE
Tocca ripetere cose già dette perché finora non sono state comprese o ascoltate: bombardiamoli di informazione. Facciamogli conoscere la realtà di cosa trovano in Europa. L’Unione europea investa in informazione che è la prima misura di dissuasione. 

LA BOMBA DEMOGRAFICA
Tocca anche ripetere, per le stesse ragioni di cui sopra, che va disinnescata la bomba demografica.
La progressione demografia ci dice che nel 1950 eravamo 2,5 miliardi oggi siamo in 7,6 miliardi, le stime dell’ONU dicono che nel 2030 sci saranno circa 8,5 miliardi di abitanti; 9,7 miliardi nel 2050 e 11,2 miliardi nel 2100.
La sola Africa, sostiene il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, nel 2050 avrà 2,5 miliardi di africani, per diventare 5 miliardi nel 2100. Per non dire delle Cine e dell’Asia, dell’India e del resto del mondo.
Di fronte a queste prospettive è ancora più urgente di prima una seria politica demografia un intervento che miri allo sviluppo globale e sostenibile dell’intero genere umano.
Credere di poter crescere numericamente all’infinito e che in questo infinito solo una infima minoranza potrà avere una prospettiva di crescita e di uno sviluppo concreto, è il preannuncio di una ulteriore e più grave catastrofe. 

LA BOMBA FEDERALISTA
Anche la migliore proposta politica per essere efficace ha bisogno di un contesto istituzionale favorevole. Pensare che tra paesi nazionalisti o sovranisti, economicamente protezionisti, possa regnare pace e sviluppo è pura illusione. Solo la dimensione federalista può consentire di affronatre i grandi problemi che ormai sono problemi che non si fermano davanti alle frontiere. 

LA BOMBA DELLO STATO DI DIRITTO DEMOCRATICO FEDERALISTA LAICO E DEL DIRITTO ALLA CONOSCENZA
Siamo fermamente convinti che solo con l’affermazione della conoscenza come diritto umano fondamentale; solo con la transizione verso lo Stato di diritto democratico federalista laico a partire dai paesi occidentali, nei quali si è affermata la democrazia reale.
Stato di Diritto caratterizzato da una dimensione nella quale vi è un dato non negoziabile: il rispetto universale dei diritti umani fondamentali.
Non possiamo immaginare ragioni per le quali derogare a questo principio. Quindi è un dovere intervenire nei conflitti, ovunque essi si manifestino, a difesa degli aggrediti.

* * * 

Questi sono spunti a corredo di uno sforzo che abbiamo voluto fare con questo giornale di 28 pagine per dare una panoramica la più ampia possibile del nostro terreno di azione, della nostra agenda politica, delle nostre ragioni.
Siamo costretti a resistere fino a quando ci sarà possibile farlo e con tutti coloro che lo vorranno fare.
Il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito è uno strumento, sta a ciascuno di utilizzarlo secondo le proprie personali disponibilità. 

(1) www.unhcr.it/wp-content/uploads/2015/12/FAQ-Rifugiati-e-Migranti-1.pdf