Maurizio Turco e Irene Testa, della presidenza del Partito Radicale hanno dichiarato:
"Per una intera legislatura una forza elettorale importante ha a più riprese violato l'articolo 67 della Costituzione pretendendo dagli eletti sotto il proprio simbolo che rappresentassero il proprio movimento e non la Nazione ed esercitassero le loro funzioni con pieno vincolo di mandato.
L'assistere impassibile dell'intero Parlamento a fronte di questa reiterata violazione ha dato misura di sé e del valore che ciascun parlamentare e tutti insieme danno del proprio mandato e del Parlamento nel suo insieme.
Ci si è concentrati sull'abolizione dei vitalizi pregressi affinché l'abolizione sostanziale dell'articolo 67 della Costituzione, il valore e la funzione del parlamentare e del Parlamento in una democrazia liberale, non riguardi solo l'oggi ma colpisca anche il passato.
Si è fatto il confronto con le pensioni ma il vitalizio non è una pensione; si è addirittura parlato di passare dal retributivo al contributivo, come per tutti i cittadini, ma le rendite non si fondano su quei parametri.
Per arrivare infine a prendere per buona la vulgata che un parlamentare è un dipendente.
Una serie di falsità che sono entrate addirittura nel dibattito parlamentare di un Parlamento che ha perso coscienza della propria funzione.
Se dovessimo prendere per buone queste assurdità, il prossimo passaggio dovrebbe essere il ricalcolo di 12milioni di pensioni erogate sulla base del sistema retributivo; per non dire dei baby pensionati.
In tutto questo non c'è stata nessuna iniziativa politica altrettanto forte che mettesse in discussione quello che è il vero scandalo del parlamento italiano, l'autodichia delle Camere, feticcio superato nel resto del mondo e mantenuto in piedi solo nel nostro Paese, che consente una gestione in casa e che scherma entrambi i rami del Parlamento dal dovere di essere amministrati secondo le leggi della Repubblica, vanificando nei loro confronti ogni istanza e principio di trasparenza, accountability e controllo da parte di autorità e cittadini.
Il Parlamento ha, nelle more dell'ultima crociata populista contro la casta del vitalizio, ignorato persino il monito lanciato recentemente dal Giudice della Corte Costituzionale Giuliano Amato, che ha dichiarato "l'autodichia c'è ma non si vede" e ha chiesto alle Camere di occuparsi di questo prima che il 26 settembre, in occasione di un importante ricorso che tira in ballo questo istituto, si debba pronunciare in merito la Corte, eventualità che Amato considera un'extrema ratio che sarebbe meglio evitare.
Ragionando dell'imponente campagna che addita oggi nei privilegi della politica al vitalizio dei parlamentari ed ex parlamentari quale scandalo da sanare in via prioritaria e imprescindibile, invece ci si rende conto come non si tratti altro che dell'ennesima cortina di fumo gettata negli occhi dei cittadini, per non mostrargli davvero cosa c'è sotto il tappeto e per consentire ai partiti di mantenere il loro potere.