"Se Nicola Cosentino non fosse in carcere in attesa
di giudizio, beninteso una tra le decine di migliaia che l'hanno subito di cui oltre
la metà successivamente riconosciuti innocenti, ci sarebbe da ridere del procedere
della vicenda giudiziaria.
Sono tra coloro che sbagliando, lo riconosco, hanno considerato
Nicola Cosentino un caso. Con il procedere degli eventi quello di Nicola Cosentino
è in realtà un paradosso del sistema Italia.
Parlare di processo a Nicola Cosentino è completamente
fuori luogo, se intendiamo quello che ancora si insegna nelle Università anche italiane.
È vero, non tutti i detenuti in attesa di giudizio hanno
le possibilità di Nicola Cosentino; ma chi come Nicola Cosentino è così esposto,
insieme ai suoi Giudici, al processo mediatico? Si prenda, per esempio, la potenza
di fuoco del Giudice Popolare Unico Roberto Saviano che ha già pubblicamente di
fatto condannato senza ombra di dubbio Nicola Cosentino. Non dico quale imputato,
ma quale Tribunale, quale Giudice legittimato a giudicarlo ha una forza mediatica
uguale e contraria in grado di contrastare la sentenza Popolare del Giudice Unico?
O ancora, per esempio, che Stato di diritto è quello che induce l'indagato ad autocondannarsi
a rinunciare ai propri diritti civili e politici, al solo fine di potersi compiutamente
difendere?
Il paradosso Cosentino è solo agli inizi e sperare che
possa concludersi al più presto è oggi l'illusione di chi vuol ancora credere che
l'Italia sia un paese basato sullo Stato di diritto rifiutandosi di leggere le sentenze
della Corte europea dei diritti dell'uomo e le risoluzioni del Comitato dei Ministri
del Consiglio d'Europa che condannano l'Italia: paese democratico in diritto e criminale
abituale di fatto."