Dichiarazione dell’On. Maurizio Turco, deputato radicale e Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale di Radicali Italiani:
Crediamo (non da oggi) che la questione dell’ILVA dovrebbe essere affrontata
in un’ottica completamente inversa a quella che si è prospettata sinora e cioè di
apertura forzata.
(Lasciamo pur perdere l’errore strategico fatto dalla classe dirigente tarantina
negli anni ’60 che per consolidare il proprio potere ricorse alla deturpazione del
territorio e ipotecò la possibilità di investimenti per una agricoltura, un turismo
e un artigianato di qualità a favore di un unico luogo in cui concentrare decine
di migliaia di persone e contemporaneamente partecipare alla spartizione dell’indotto.
Lasciamo perdere, ma è la storia di Taranto e della quasi totalità della sua classe
dirigente. Che ha portato alle odierne conseguenze.)
Servirebbe un piano di disoccupazione industriale strutturale che tenga conto
dell’esistente - dalla famiglia Riva all’ultimo dipendente part time dell’ultima
società dell’indotto – e quindi investire non già nell’apertura forzata dell’ILVA
ma nella sua chiusura.
Investire in un piano di formazione professionale vero (volto cioè allo sbocco
professionale non dei formatori ma dei formandi) e rispondente ad un piano straordinario
per la promozione e il rilancio dell’area jonico salentina in una prospettiva agro-turistico-artigianale.
A cominciare dai miliardi di ore/lavoro necessari alla bonifica del territorio.
L’alternativa è la decomposizione fisica, e non solo figurata e morale, della
città con i suoi abitanti.”