Di seguito la lettera che l'on. Maurizio Turco ha inviato al direttore de L'Espresso per precisare quanto apparso nell'articolo pubblicato oggi sull'edizione online del settimanale, dal titolo «Quanti soldi ai partiti fantasma», nel quale Silvia Cerami scrive di un "buco inspiegabile" nel bilancio 2010 della Lista Pannella:
«Egregio
Direttore,
L’Espresso
pubblica in un articolo a firma di Silvia Cerami
alcune cifre estrapolate dal bilancio 2010 della Lista Pannella per arrivare a scoprire
un ”buco inspiegabile”.
Se non
si aveva voglia di recarsi alla Camera per visionare il bilancio con relativa relazione
si poteva risparmiare fatica chiamandoci. Inoltre, come prevede la legge, bilancio
e relazione sono stati pubblicati il 28 e 29 giugno 2011 su due quotidiani, Il Foglio
e Il Riformista.
Come
spiegato nella relazione al bilancio chiuso al 31 dicembre 2010, nel corso dell’anno
2010 ci sono stati oneri e proventi straordinari.
Proventi
straordinari per € 845.470 (a seguito di una transazione stragiudiziale con Poste
Italiane) ed € 243.228 da un primo esito relativo ad una controversia giudiziale
tuttora pendente nei confronti del Polo della Libertà. Per i restanti € 25.534 dalla
sistemazione di rapporti con fornitori.
Oneri
straordinari vari per € 39.253,34; per remissione del debito di € 382.628,49 nei
confronti di Radicali italiani e di € 3.991.215,17 nei confronti del Comitato promotore
referendum maturato e accumulato a seguito delle campagne referendarie:
· 1995 (Abrogazione della norma sul soggiorno cautelare per gli imputati di reati di mafia; Abrogazione della norma che definisce pubblica la RAI, in modo da avviarne la privatizzazione; Abrogazione della norma che sottopone ad autorizzazione amministrativa il commercio; Abrogazione della norma che impone la contribuzione sindacale automatica ai lavoratori; Legge elettorale per i comuni con popolazione superiore a 15000 abitanti: estensione ai Comuni più grandi dell'elezione diretta del sindaco già prevista per i piccoli; Abrogazione della norma che impedisce la liberalizzazione degli orari dei negozi; Abrogazione delle norme che consentono la concentrazione di tre reti televisive; Abrogazione delle norme che consentono un certo numero di interruzioni pubblicitarie in tv; Modifica del tetto massimo di raccolta pubblicitaria delle televisioni private.)
· 1997 (Abolizione dei poteri speciali riservati al Ministro del Tesoro nelle aziende privatizzate; Abolizione dei limiti per essere ammessi al servizio civile in luogo del servizio militare; Abolizione della possibilità per il cacciatore di entrate liberamente nel fondo altrui; Abolizione del sistema di progressione delle carriere dei magistrati; Abolizione dell’Ordine dei giornalisti; Abolizione della possibilità per i magistrati di assumere incarichi al di fuori delle loro attività giudiziarie; Abrogazione della legge che istituisce il Ministero delle Politiche Agricole.)
· 1999 (Abolizione della quota proporzionale nelle elezioni della Camera dei Deputati.)
· 2000 (Eliminazione del rimborso spese per consultazioni elettorali e referendarie; Abolizione della quota proporzionale nelle elezioni della Camera dei deputati;Abolizione del voto di lista per l’elezione dei membri togati del CSM; Separazione netta della carriera di un magistrato pubblico ministero da quella di un giudice; Abolizione della possibilità per i magistrati di assumere incarichi al di fuori delle loro attività giudiziarie; Abrogazione dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori; Abrogazione della possibilità di trattenere dalla busta paga o dalla pensione la quota di adesione volontaria a un sindacato o associazione di categoria attraverso un patronato.)
È da
sottolineare che finché i referendum sono stati promossi dai soli radicali (oltre
120) i le spese per la raccolta firme e la campagna referendaria erano a carico
dei promotori dal 1999, se il referendum raggiunge il quorum, c’è il finanziamento
pubblico.
Infine,
i soldi ricevuti dal Partito Democratico, in virtù dell’accordo per le elezioni
del 2008, ammontanti a € 3.150.000 versati in cinque quote annuali, sono stati utilizzati
per pagare il debito dovuto ad un contenzioso con Poste italiane relativo alla campagna
per le elezioni europee 2004.
Teniamo
a precisare che la Lista Pannella, quando ne ha avuto diritto, è stato il solo partito
che a titolo di rimborsi elettorali ha ricevuto meno di quanto ha documentato alla
Corte dei Conti di aver effettivamente speso. Tutti gli altri – secondo l’infame
legge – hanno ricevuto molto, ma molto più denaro di quanto effettivamente speso.
Cordiali
saluti,
On. Maurizio
Turco »