Dichiarazione di voto di Maurizio Turco alla Camera dei Deputati:
"Signor Presidente,
i radicali non condividono la rielaborazione che è stata fatta da parte della Giunta
della rielaborazione fatta dagli inquirenti, che hanno configurato, loro, il collega
Cosentino quale referente nazionale dei casalesi. I giudici devono giudicare il
collega, ma riteniamo che nei limiti dei nostri doveri e delle leggi la richiesta
di arresto sia frutto
di fumus persecutionis. Lo affermiamo in scienza
e coscienza e così come non giudichiamo le conoscenze altrui, anche se portano a
scelte diverse dalle nostre, non possiamo accettare che siano criminalizzate
decisioni diverse da quelle che il conformismo imperante, a prescindere dalla lettura
degli atti, porta a fare.
Siamo arrivati all'assurdo,
signor Presidente, e concludo, che addirittura il collega Palomba ci ha chiesto
ed intimato di non fermare, noi deputati, i giudici. Ma la verità è che il processo
è incardinato e che quest'Aula non ha alcun potere per impedirne lo svolgimento.
Quindi io credo che ci vorrebbe innanzitutto un'opera di verità, di onestà e di
moralità dei rapporti tra di noi".
Successiva dichiarazione di Maurizio Turco:
La Camera non ha bloccato
il processo. Chiediamo che si proceda in modo da evitare la prescrizione.
“Ci sarà tempo per approfondire
le questioni politiche, oggi chiediamo che ci si attenga ad alcuni dati di fatto
non controvertibili.
Nonostante tutto si
continua a dire che la Camera ha fermato i Giudici e che Cosentino non dovrà difendersi
in un processo e che gli è stato consentito di difendersi dal processo.
Tutto ciò è semplicemente
falso e continuare a ripeterlo non può che essere o una scelta fatta in malafede
o conseguenza di un dato di solida ignoranza.
I radicali hanno convintamente
votato contro l’arresto e politicamente ritengono che il processo debba arrivare
fino a sentenza (cioè evitando che cada in prescrizione).
Infine chiediamo che,
come per l’altro processo a carico di Cosentino, sia consentito agli organi di stampa
di poterlo registrare e renderlo davvero pubblico.”
Leggi le motivazioni pubblicate già martedì 10 gennaio »