“Oggi (martedì 10 genn.)
purtroppo ancora una volta nulla si precisa e si contesta che alla mia lettura appaia
penalmente rilevante come tale all’on. Cosentino, allo stato dei fatti e
degli atti ritengo che la richiesta di esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare
nei confronti del collega a me pare infondata e frutto di un obiettivo fumus
persecutionis, se si fa sforzo di serietà e omaggio alla legge.
Colgo l’occasione per
rivolgere a Roberto Saviano un auspicio al grande contributo di lettura e
conoscenza che ci può sicuramente venire dalla sua attenzione anche a questo momento
della vita parlamentare e della giustizia, temi sui quali noi radicali gli facciamo
grande fiducia.”
Leggi il comunicato pubblicato prima del voto »
L'intervista al Corriere della Sera »
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Dichiarazione di voto del deputato radicale Maurizio Turco sul caso Cosentino che sarà depositata prima del voto della Giunta per le autorizzazioni.
Il contesto ed il testo
nel quale maturano le accuse rivolte al collega Cosentino fanno riferimento all’esistenza,
storicamente accertata e giudiziariamente cristallizzata, del gruppo camorristico
denominato ‘clan dei Casalesi’.
La natura, la struttura,
i protagonisti e le dinamiche del ‘clan dei Casalesi’ sono state approfonditamente
delineate nelle sentenze conclusive e definitive dei processi denominati Spartacus
1 e Spartacus 2, oltreché nel saggio “Gomorra”.
Sia le citate sentenze,
sia il noto saggio, prendono in esame ed approfondiscono un lungo arco temporale
di vita dell’associazione criminale di Casal di Principe, paese nel quale è nato
ed ha lungamente vissuto l’on. Cosentino. Ciò nonostante e sino al 2005, cioè sino
a quando l’on. Cosentino non ha ricoperto un ruolo politico di livello nazionale,
le strade del clan dei Casalesi e dell’on. Cosentino non si sono mai, neppure per
sbaglio, incrociate. Nessuna traccia nei procedimenti e nei saggi.
Oggi l’on. Cosentino
viene accusato di condotte che non hanno, in sé, a alcun rilievo penale e delle
quali l’on. Cosentino ha fornito ampia ed esaustiva spiegazione nelle memorie depositate
presso questa commissione e che, se vorrà, mi incaricherò di rendere pubbliche.
Gli inquirenti prima
ed il GIP poi, vestono queste condotte di rilevanza penale in relazione alla circostanza
per la quale l’on. Cosentino sarebbe addirittura il referente politico nazionale
del Clan dei Casalesi; affermazione questa che però appare essere del tutto apodittica
e slegata da qualsiasi accertamento concreto di un qualsivoglia fatto specifico.
Le dichiarazioni dei
collaboratori di giustizia che svolgono chiamate di correo nei confronti del collega,
senza peraltro attribuirgli mai fatti concreti specifici, oltre a non essere supportate
da alcun riscontro obiettivo ed individualizzante- per quanto emerge dalla stessa
lettura dell’ordinanza di custodia cautelare – appaiono essere in diversi punti
platealmente smentite da dati storicamente accertati di segno assolutamente diverso.
Ritengo pertanto che
la richiesta di esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del
collega sia infondata e frutto di un obiettivo fumus persecutionis.”