Sull'ICI
il Governo ha messo una buona parola per arrivare a una soluzione che porti lo
Stato italiano a rispettare le direttive europee sula concorrenza.
Adesso serve una legge volta ad "abrogare ogni norma che preveda esenzioni
o riduzioni fiscali e tributarie a favore di qualsiasi soggetto svolgente
un'attività commerciale, ancorché il fine di lucro non connoti in modo
principale l'attività della persona giuridica beneficiaria dell'esenzione o
della riduzione stessa" come recita l'ordine del giorno presentato dai
deputati radicali. Naturalmente ciò non risolve il problema degli arretrati che
continuerà a persistere visto che, al momento, non abbiamo alcuna intenzione di
ritirare la denuncia presentata alla Commissione europea.
Né si può far finta che non esista anche un problema otto per mille. Ovverosia
di una truffa al buon senso dei cittadini organizzata attraverso una legge.
In tutti e due i casi si tratta di problemi che afferiscono al rapporto uno
Stato malato di illegalità e la legalità europea e il rispetto verso i
cittadini.
Qualsiasi altra lettura è demagogica e ideologica. Sia da parte di chi vuole
una Chiesa che minaccia con il mitra spianato i parlamentari che in realtà
agiscono per eccesso di zelo sia di chi vuole che la Chiesa sia considerata al
di sopra e al di fuori della legge degli uomini.
E trovo davvero poco appropriato questo intervenire sulle leggi della
Repubblica da parte del Presidente della Conferenza episcopale italiana. Mentre
continua a far finta di non sentire la reiterata richiesta che gli rivolgiamo
di promuovere una commissione di inchiesta indipendente sulle violenze sessuali
commesse da membri del clero. I colleghi americani, irlandesi, belgi, olandesi
del cardinale Bagnasco lo hanno fatto, non è che in fondo ritenga i cattolici
italiani incapaci di comprendere a differenza dei cattolici americani,
irlandesi, belgi, olandesi?