"È paradossale dover leggere che la
Grecia non starà ferma se la Turchia sposterà le sue navi a Cipro Nord. Proprio
la Grecia che è riuscita a costruire un muro in un paese dell'Unione europea ed
è prossima al fallimento economico.
La Grecia per anni ha posto il veto all'ingresso
della Turchia alla quale da decenni si chiedono riforme su riforme per adeguarsi
al diritto comunitario che è sempre quel diritto comunitario di cui i paesi già
membri sono maestri di violazioni.
I greco ciprioti hanno preso in giro la Commissione
europea infatti, dopo aver incassato l'ingresso nell'UE, anche con un voto parlamentare,
hanno organizzato il voto contro il piano che avrebbe riunificato l'isola oggetto di un referendum
concordato con turco ciprioti ed Unione europea. Insomma dei tre cartari patentati.
La Grecia e tutti gli altri paesi europei
dovrebbero fare una sola cosa: indurre la Repubblica di Cipro a riconvocare entro
3 mesi i propri cittadini e ripetere il referendum per la riunificazione dell'isola. E nello stesso tempo pretendere
dalla Turchia che entri subito nell'Unione europea, visto che avrebbe molte ragioni
per non volerlo più fare.
Appena la settimana scorso, con un ordine
del giorno, avevo invitato il Governo a farsi promotore in sede europea di queste
iniziative per evitare una inevitabile escalation, peraltro già in corso.
Il Governo intende aspettare ancora? Magari
i primi colpi di "mortaio" venduti alla Repubblica di Cipro da chi e con
quali mediazioni?"