Il deputato radicale Maurizio Turco, Presidente di anticlericale.net con Carlo Pontesilli, Segretario e Michele De Lucia, Tesoriere, in vista dei lavori della 63a Assemblea Generale della CEI hanno inviato la seguente lettera aperta al Presidente cardinale Angelo Bagnasco
Alla Cortese ed urgente attenzione del Cardinale Angelo Bagnasco Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Roma, 23 maggio 2011
Egregio Cardinale Angelo Bagnasco,
porgiamo a Lei e ai vescovi convenuti a Roma
per la 63a Assemblea Generale della CEI un augurio di un buon e proficuo lavoro.
Non vogliamo certo inserirci nel vostro dibattito
interno, comunque ricco in qualità e quantità di argomenti d’indubbio interesse.
Dall’educazione alla fede, all’approvazione
della terza edizione del Messale Romano; dalla riflessione sulla sfida del secolarismo
all’universalità cristiana, all’approvazione del bilancio della CEI e alla ripartizione
dei fondi dell’otto per mille; dalle comunicazioni sui risultati della rilevazione
delle opere sanitarie e sociali ecclesiali in Italia, a quelle sul tanto atteso
libro bianco sulle opere del Sovvenire in Italia.
Speravamo, Egregio Cardinale, che vi fosse
spazio anche per una riflessione pubblica sulle violenze sessuali commesse in ambito
religioso da personale religioso, consacrato o meno.
In questo modo il popolo italiano, che dite
di amare, e quello cattolico in particolare, avrebbe finalmente avuto la stessa
considerazione che le Conferenze episcopali di diversi altri Stati, anche europei
e a stragrande maggioranza abitati da cittadini di religione cattolica, hanno riservato
ai cittadini, e ai cattolici in particolare, di quei paesi.
Per lunghissimi anni avete lasciato e state
lasciando i cittadini italiani – e ribadiamo e sottolineiamo: e i cattolici in particolare!
– in balia delle notizie di cronaca, nera e violenta. Cronaca alla quale avreste
potuto e dovuto, anche nell’interesse dell’istituzione che rappresentate, opporre
verità e trasparenza. Ma al popolo italiano - e a quello cattolico in particolare
– avete offerto reticenza, omertà, silenzi. E quando avete parlato avete seminato
sconcerto. Non per ultime le sue parole, pesanti come pietre, in relazione al caso
di Don Seppia, vittima anch’esso di una educazione sessuofobica. Lei ha parlato
di un «dolore tanto più sconvolgente perché improvviso e
inatteso, perché nulla lo faceva presagire
ai nostri occhi». Se da una lato v’è ammirazione nei Suoi confronti per il coraggio
nell’aver fatto quest’atto pubblico di impotenza, dall’altro v’è a dir poco
sconcerto di fronte al fatto che nemmeno
Lei s’è accorto di chi era quella persona che amministrava una parrocchia della
Sua diocesi.
Ammesso che davvero nessuno sapesse nulla
visto che, come va emergendo, in passato sarebbero state fatte segnalazioni alla
Curia e denunce alla polizia.
Comprendiamo, Egregio Cardinale, i Suoi e Vostri appelli ad "aprire il cuore a Cristo" ma, alle condizioni date, cioè con quel che è accaduto e accade, con le vostre parole e i vostri lunghi, tetri silenzi, vi siete mai chiesti se i cittadini italiani, e i cattolici in particolare, con il vostro comportamento non sono invece indotti a chiuderlo, il cuore?
Ci auguriamo quindi che per una volta ad accettare una esortazione sia Lei, siate Voi: aprite gli archivi segreti delle curie ad una commissione di inchiesta pubblica ed indipendente! Cerchiamo di capire cosa è successo per prendere i giusti provvedimenti ed evitare che le nostre orecchie debbano ascoltare atti di contrizione per un «dolore tanto più sconvolgente perché improvviso e inatteso, perché nulla lo faceva presagire ai nostri occhi».