"A 64 anni dall’entrata in vigore della Costituzione per la prima volta
il Parlamento inizia a discutere per dare esecuzione all’articolo 49 sulla democrazia interna ai partiti. Dovrebbe essere occasione per
tutti di accelerare il dibattito
su questo e sulla riforma elettorale.
E invece,
puntualmente, si torna a parlare di elezioni anticipate, dando per scontato che ci si vada con l’attuale legge elettorale.
E’ lampante che satrapi, papponi o micro
cricche - cioè coloro che nominano i parlamentari - hanno tutto l’interesse a mantenersi in
vita e per farlo non c’è nulla di meglio dell’attuale legge elettorale e della possibilità
di chiamare partiti dei postriboli.
E saranno proprio satrapi, papponi e micro cricche, il solito pugno di persone,
a decidere unilateralmente se far proseguire la legislatura o meno.
Tutto si tiene.
Andare alle elezioni anticipate, con urgenza, non consentirà né di democratizzare i partiti né le elezioni (dalla
raccolta delle firme alla scelta degli eletti) ma di ingessare definitivamente il
regime che si ritrova attorno a un pugno di satrapi, papponi e micro cricche."