Non è in discussione il diritto di Chrysostomos II a dire quello che vuole, nonostante non perda occasione per lanciare strali all'indirizzo di quei giornalisti che nel suo paese ne criticano le prese di posizione, ma trovo inaccettabile che in un conflitto si ascolti solo una delle parti interessate.
Costava tanto chiedere un incontro alle autorità turco cipriote per chiedergli conto delle accuse di aver profanato le chiese greco-ortodosse?
Non è ammissibile che si faccia una sintesi del tipo "territorio invaso dalla Turchia" nel 1974, omettendo di fare almeno due precisazioni, volendo attenerci al singolo dato dell'invasione militare. In primo luogo va detto che la Turchia intervenne in base all'art. 3 del Trattato di garanzia del 1960, che le attribuiva la funzione di co-garante (insieme a Gran Bretagna e Grecia) dell'ordine costituzionale di Cipro; in secondo luogo, va ricordato che l'intervento ha fatto seguito a un colpo di Stato dei greco-ciprioti volto a deporre il Presidente (greco), l'arcivescovo Makarios, peraltro attuato con l'aiuto di un contingente greco presente sull'isola.
Non è accettabile che si lasci dire impunemente a Chrysostomos II che "il problema della Turchia è di non essere un paese democratico, e dove vivono 15 milioni di curdi non è possibile reprimere la volontà di un popolo", lasciando a Chrysostomos II di decidere che i curdi devono essere condannati ad essere rappresentati dal Pkk e non invece dai loro legittimi rappresentanti che hanno eletto nel parlamento di Ankara.
Non è accettabile che non si sottolinei che sia la Turchia che la Repubblica Turca di Cipro Nord chiedono di poter cedere parte del proprio potere nazionale per far parte dell'Unione europea."