In occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids, il Vaticano – per bocca del cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute – ha ribadito la sua posizione: la castità è l’unica via davvero sicura per prevenire il diffondersi dell’epidemia, alle cui radici vi è anche una “immunodeficienza di valori morali e spirituali”.
Ci permettiamo di avanzare due domande:
non ritiene il Cardinale che le sue stesse parole denotino una “immunodeficienza di valori morali e spirituali”, dal momento che – ignorando dolosamente tutti gli studi scientifici sui profilattici – disinforma il gregge cristiano esponendolo, soprattutto nei paesi africani, a maggiori rischi di una malattia e di una morte atroce?
E come si concilia l’attacco alle case farmaceutiche in merito alla insostenibilità dei prezzi dei farmaci anti-aids nei paesi del Terzo mondo con l’attiva disinformazione sulla malattia – di questo si tratta – che ne favorisce terribilmente la diffusione?
Se la morte per aids è “un genocidio”, per usare le parole dello stesso cardinale Barragan, allora deve essere chiaro che la Santa Sede, con la sua campagna contro i profilattici, si rende complice di questo genocidio.