"Sull'8 per mille la sfuriata di Bossi è arrivata a pochi giorni dall'approvazione della finanziaria, una occasione mancata e sulla quale, inascoltati, avevamo sollecitato tutti i deputati e i senatori a rivedere le modalità di assegnazione. Ma se Bossi vuole per una volta mordere oltre che abbaiare potrebbe da subito sollecitare il Consiglio dei Ministri ad avviare una campagna di informazione, in vista delle prossime dichiarazioni IRPEF, così da riequilibrare il monopolio informativo detenuto dalla Chiesa Cattolica e che va in onda, a pagamento beninteso, sulle reti pubbliche. E potrebbe anche esigere il rispetto della legge, chiedendo alla commissione paritetica di rivedere - come da compito istituzionale - la quota dell'8 per mille, ormai del tutto sproporzionata alle finalità previste dalla legge. La Chiesa cattolica è infatti passata ad incassare dai 250 milioni di euro nel 1990 a oltre 1 miliardo di euro nel 2003, tant'è che una parte dell'8 per mille va a finire a fondo di riserva. Il resto sono chiacchiere che magari fanno le prime pagine dei giornali, ma non cambiano di una virgola lo scandalo dell'8 per mille."