OTTO PER MILLE
TURCO DENUNCIA ALLA CORTE DEI CONTI IL MANCATO RISPETTO DELLA LEGISLAZIONE
VIGENTE
22 dicembre
2003 - SINTESI della denuncia presentata da Maurizio Turco, Presidente
dei deputati radicali al Parlamento europeo, alla Corte dei Conti sul mancato
rispetto della legislazione vigente sull'otto per mille.
La quota dell'otto per mille dell'Irpef destinata a scopi di carattere sociale,
culturale, assistenziale e religioso fu calcolata sulla base della previsione
di un sostanziale mantenimento della cifra allora destinata alla Chiesa Cattolica.
Oggi può essere destinata oltre che allo Stato e alla Chiesa Cattolica
ad altre cinque confessioni religiose. Secondo la legge ogni tre anni una "commissione
paritetica, nominata dall'autorità governativa e dalla Conferenza episcopale
italiana, procede alla revisione dell'importo deducibile - e alla valutazione
del gettito della quota IRPEF - al fine di predisporre eventuali modifiche."
La denuncia alla
Corte dei Conti è relativa:
a) alla mancata
revisione della quota del gettito Irpef destinata alle finalità di cui alla
legge 22 del 1985 e sue integrazioni, alla luce della sua crescita esponenziale
negli ultimi anni;
b) all'assenza
di una adeguata informazione da parte degli organi competenti relativamente
alle modalità di ripartizione dei fondi dell'otto per mille dell'Irpef, in
particolare del diritto individuale ad effettuare una scelta e delle conseguenze
derivanti dalla non scelta;
c) alla rinuncia
sistematica dello "Stato" a pubblicizzare l'utilizzo dei fondi dell' otto
per mille Irpef ad esso destinati e l'assenza di campagne pubblicitarie che
incentivino i contribuenti ad esprimere le loro scelte a favore dello Stato,
in costanza di propaganda da parte degli altri soggetti concorrenti;
d) alla gestione
da parte dello Stato dei fondi ad esso destinati rispetto alle finalità previste,
i controlli sulla rendicontazione presentata annualmente dalle confessioni
religiose, gli oneri informativi previsti dall'articolo 44 della legge 222/85.
1. Senza che
siano variate le finalità cui tali somme sono destinate, la Chiesa cattolica,
che percepiva 210 milioni di euro nel 1990, nel 2003 ha incassato 1.016 milioni
di euro. Tant'è che la Conferenza Episcopale Italiana ha destinato a riserva
la quasi totalità dell'ultimo aumento annuale della propria quota dell'otto
per mille Irpef assegnatole nel 2003 (pari a 80 milioni di euro su 108 milioni
di aumento!).
2. La percentuale
di contribuenti che annualmente non effettuano alcuna scelta in merito al
soggetto cui destinare l'otto per mille Irpef è in continua, anomala crescita
: dal 55% del 1996 al 64% del 2002.
3. Dal 1996 ad
oggi la percentuale di scelte espresse dai contribuenti a favore dello Stato è in costante e significativa riduzione, essendo scesa dal 6,56% al circa
5% sul totale dei contribuenti. Trend contrario rispetto a quello della Chiesa
Cattolica, la cui percentuale di contribuenti che la scelgono rispetto al
totale è cresciuta negli ultimi tre anni dall' 82,56% all'87%.
4. Le confessioni
religiose, in particolare la Conferenza Episcopale Italiana, svolgono periodicamente
una massiccia propaganda attraverso l'acquisto di spazi pubblicitari sui maggiori
mezzi di comunicazione di massa al fine di "accaparrarsi" una quota del mercato
dei contribuenti che esprimono una scelta per la destinazione dei fondi
5. Lo Stato,
invece, non svolge alcuna attività di pubblicizzazione dell'utilizzo dei fondi
ad esso destinati dall' otto per mille Irpef ne ha posto in essere campagne
pubblicitarie volte ad aumentare il numero dei contribuenti che scelgono lo
Stato tra i sette soggetti che concorrono alla ripartizione dei fondi. Mentre
ospita sulla televisione di sua proprietà - la Rai - la pubblicità delle confessioni
religiose sue concorrenti. così facendo, la pubblica amministrazione favorisce
indebitamente gli altri sei concorrenti e determina una limitazione del bilancio
da essa spendibile per le finalità indicate dalla legge. Con un danno diretto
ai cittadini: in caso di calamità naturali, in presenza di fondi derivanti
dall'otto per mille Irpef, lo Stato potrebbe disporre di cifre considerevoli
senza dover ricorrere ad altri fondi sottratti alla fiscalità generale o magari
incassati tramite imposte straordinarie.
6. Alla Corte
dei Conti è stato anche segnalato quanto sia opportuno procedere a un controllo
sulla gestione dei fondi dell'otto per mille dell'Irpef dei contribuenti italiani
da parte dei sette soggetti destinatari. Relativamente allo Stato, la pubblica
amministrazione non svolge alcuna attività per rendere noto agli italiani
delle modalità concrete con cui ha disposto dei soldi destinati a finalità
indicate dalla legge: una rendicontazione insomma come fanno gli altri soggetti.
Un'anomalia che è stata rilevata riguarda la spesa per i beni culturali, che
rappresenta quasi i 2/3 della spesa dello Stato e che però al 41% è destinata
ai beni di culto, con una duplicazione di contributi verso questo tipo di
beni, alla cui conservazione sono vincolati anche i fondi destinati alla CEI.
Per il tramite di questa anomala gestione dei fondi dello Stato da parte degli
organi competenti, accade che un bene culturale non di culto (il Colosseo,
ad esempio) ha meno possibilità di essere destinatario di fondi di un bene
culturale di culto, il quale avrù non solo i fondi delle confessioni religiose,
ma anche il surrettizio contributo dei fondi dello Stato. Una duplicazione
palesemente contraria alla ratio della legge. Nell'anno 2001, ad esempio,
su 110 milioni di euro assegnati allo Stato, ben il 45% è stato assegnato
per fini diversi da quelli previsti dalla legge: il 32% è stato stornato per
prorogare la partecipazione italiana a missioni di pace e polizia (Albania);
il 15% è , invece, servito in sede di assestamento del bilancio dello Stato.
Nella legge finanziaria in corso di approvazione, si è disposto che ben 80
milioni di euro derivanti dall'otto per mille (oltre la metà del totale dei
fondi assegnati allo Stato) saranno, dal 2004 e per sempre (!!) distolti dalle
finalità per cui sono raccolti per essere invece destinati al finanziamento
del pacchetto sicurezza. In quest'ultimo caso deve essere segnalato che il
carattere perpetuo della norma rende l'attuale meccanismo dell'otto per mille
una vera truffa ai danni dei contribuenti, che non sanno che i soldi saranno
in realtà destinati in maniera stabile a finalità opposte.
7. La legge
ha chiaramente costruito un modello che consenta ai cittadini - oltre che
al Ministero dell'interno che per legge è tenuto a ricevere la rendicontazione
- di controllare e verificare se l'ingente somma di denaro assegnata alle
confessioni religiose sia stata spesa per le finalità predefinite. Nulla si
sa, ad oggi, di quali controlli il Ministero dell'Interno o altro ramo della
pubblica amministrazione effettui sulla rendicontazione annualmente trasmessa
dalla CEI.