TURCO DIFFIDA LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Bruxelles, 18
settembre 2003 In vista del 31 ottobre - data entro la quale alcuni milioni
di contribuenti italiani dovranno presentare la dichiarazione dei redditi
Irpef con il modello UNICO 2003 - Maurizio Turco ha diffidato la Presidenza
del Consiglio dei Ministri a porre in essere tutti gli atti necessari al fine
di:
- informare i cittadini italiani circa il reale sistema di ripartizione
dei fondi dell'8-per-mille Irpef;
- pubblicizzare l'utilizzo da parte dello
Stato italiano dei fondi ad esso destinati;
- organizzare tempestivamente
una campagna pubblicitaria volta ad invitare i contribuenti a scegliere lo
"Stato" tra i soggetti destinatari della quota dell'8-per-mille Irpef.
Dichiarazione di Maurizio Turco, Presidente dei deputati radicali al Parlamento europeo:
"Ogni anno la quota dell'8-per-mille Irpef che viene assegnata alla CEI cresce
a ritmi elevatissimi, sia in termini percentuali (passata in tre anni dal
82,5% al 87%) che in termini assoluti (dai 449 milioni di euro del 1995 ai
908 del 2002). Contemporaneamente, la percentuale dei contribuenti che indicano
espressamente lo Stato quale destinatario è in costante diminuzione.
UN MERCATO
TRUCCATO * Ma il Mercato delle coscienze ", in realtà, un mercato truccato
da cui il soggetto in posizione dominante -la Chiesa cattolica- trae i vantaggi
maggiori grazie alla scellerata "intesa" anticonconcorrenziale con tutti i
Governi italiani che si sono succeduti dal 1990 ad oggi. Il modulo per la
scelta della destinazione dell'8-per-mille Irpef consente ai contribuenti
di scegliere tra sette soggetti concorrenti, tra cui lo Stato italiano. La
Chiesa cattolica, ogni anno, attua una massiccia campagna di propaganda sui
media dal valore di alcuni milioni si euro. Lo Stato, al contrario, rinuncia
sistematicamente a farsi propaganda. In tale maniera il Governo italiano ogni
anno "gioca a perdere", arrecando una danno al bilancio dello Stato di centinaia
di milioni di euro. E vista la ristrettezza dei mezzi a disposizione delle
altre confessioni religiose, la maggiore beneficiaria è ovviamente la CEI.
UN MERCATO
DOPATO * Ma non è tutto. Il mercato infatti è dopato. Il sistema di ripartizione
indicato dalla legge n.222/1985, infatti, prevede che la quota dell'8-per-mille
dei contribuenti che non hanno espresso alcuna scelta sia comunque ripartita
tra i soggetti concorrenti in proporzione alle scelte espresse dagli altri
contribuenti. Grazie a ciò, l'8-per-mille Irpef del 64% degli italiani -a
tanto ammonta la percentuale di coloro che non effettuano una scelta- va comunque
ad aumentare la somma del gettito da ripartire tra i sette concorrenti. La
percentuale di contribuenti che non scelgono è in continua crescita - dal
55% del 1996 all'attuale 64%- anche (o sopratutto?) a causa del fatto che
sono sempre meno gli italiani informati dal Governo su dove andranno a finire
i loro soldi. Abbiamo quindi diffidato la Presidenza del Consiglio a organizzare
tempestivamente una campagna pubblicitaria volta ad invitare i contribuenti
a scegliere lo "Stato" tra i soggetti destinatari della quota dell'8-per-mille
Irpef , nonchà a informarli circa le conseguenze della non scelta. In caso
di colpevole (inerzia) del Governo italiano chiederemo ai responsabili di
rispondere in tutte le sedi, ivi compresa la magistratura contabile, del danno
economico arrecato al bilancio dello Stato. In sede politica, denunciamo da
subito la scellerata, pluriennale intesa volta a favorire un abnorme arricchimento
della CEI. Tenuto conto, inoltre, che dal 1990 ad oggi i fondi destinati alle
confessioni religiose -in particolare alla Chiesa cattolica- sono quintuplicati
e che nell'ultimo triennio sono aumentati di oltre un terzo, considerato che
la determinazione legislativa della percentuale dell'8-per-mille dell'Irpef
fu calcolata dal Governo di allora sulla base della previsione di un sostanziale
mantenimento della cifra allora destinata alla Chiesa Cattolica, previsione
rivelatasi totalmente errata per difetto, si è sottoposta con urgenza alla
Presidenza del Consiglio l'opportunità di una tempestiva ri-determinazione
(verso il basso) della percentuale Irpef congrua alla realizzazione delle
finalità indicate dalla legge."