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2003-09-09_bilancio_pe

PARLAMENTO EUROPEO
IL BILANCIO DI UN'EUROPA DA VERGOGNA

Opinione di Minoranza di Maurizio Turco e Marco Cappato sul bilancio di competenza della Commissione LIBE (per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni)

Bruxelles, 9 settembre 2003 I deputati Radicali hanno votato contro la linee di bilancio di competenza di questa Commissione per una serie di ragioni. Innanzitutto è condannabile il fatto che si continuino a distribuire denari dei contribuenti europei ad associazioni private - a fondo perduto, senza un programma da realizzare e senza obbligo di rendicontazione - sulla base delle sole ragioni sociali ed obiettivi, associazioni che potrebbero benissimo partecipare ai diversi programmi promossi dall'Unione europea in regime di "concorrenza" tra loro. Quanto questo procedimento derivi da sentimenti di amicizia, riconoscenza, interesse politico o personale è difficile da stabilire con evidente chiarezza. Inoltre, la commissione LIBE ha rigettato una serie di emendamenti da noi presentati relativi alla trasmissione via Internet delle sedute plenarie del PE e delle riunioni delle altre istituzioni dell'UE. Tali misure, volte ad attuare il diritto d'accesso ai documenti (compresi quelli audio-video) dell'Unione, sarebbero state utili anche al fine di avvicinare i cittadini all'Unione. Sono stati anche rigettati gli emendamenti relativi al programma Erasmus per avvocati, preferendo chiedere un programma per soli giudici. Tale misura avrebbe permesso di meglio garantire i diritti della difesa a livello europeo. La nostra commissione - che si pronuncia sulle politiche interne, ma anche su quelle esterne quando le prime hanno hanno una ricaduta sulle seconde - ha perso l'occasione di denunciare il fatto che l'UE continua a spendere denari dei contribuenti europei per finanziare, direttamente o indirettamente, regimi illiberali e antidemocratici caratterizzati dalla violazione grave e persistente dei diritti umani fondamentali. Questo accade anche quando negli accordi di cooperazione è prevista la cosidetta "clausola democratica" che subordina investimenti e contributi al rispetto dei diritti umani fondamentali. Il mancato rispetto della "clausola democratica", ovvero la violazione degli accordi, non è mai denunciata con chiarezza dalla Comissione europea, sempre pronta a stigmatizzare ma anche a voler credere e far credere che è attraverso gli investimenti economico-finanziari comunitari che si può alleggerire il peso della sopraffazione e della violenza in questi paesi. I deputati Radicali credono invece che sia necessario esigere, a partire dalla nostra commissione, il rispetto formale e sostanziale della "clausola democratica", magari cominciando ad essere meno vaghi, ovvero più chiari e precisi, vincolando quindi l'investimento comunitario al rispetto della libertà religiosa e della proibizione della pena di morte, obiettivi la cui valenza politica non dovrebbe essere necessario approfondire.