Chi pensava di aver "regolarizzato" il carcere duro stabilizzandolo ha fatto uno spericolato gioco delle tre carte. Anziché ricondurlo in un alveo di legalità, si è data la stura ad una serie di applicazioni concrete che aggravano il regime della Tortura Democratica nel nostro paese. In occasione dei colloqui si è ricominciato a far ricorso a perquisizioni personali facendo effettuare al detenuto nudo le flessioni sulle gambe davanti agli agenti della polizia penitenziaria (segnalazione che ci è pervenuta anche da detenuti non ristretti in 41bis). La telefonata di 10 minuti ai famigliari che prima della stabilizzazione era concessa di diritto a chi non effettuava il colloquio mensile, oggi è a discrezione del Direttore del carcere e concessa solo in caso di buona condotta. Le vessazioni sono aumentate: "per motivi di sicurezza" si è arrivati a oscurare MTV, un canale televisivo di musica particolarmente visto dai detenuti pià giovani. Nessuno di coloro che hanno fatto reclamo al magistrato di sorveglianza contro il decreto ministeriale, ha fin qui visto discutere nel termine di 10 giorni previsto dalla nuova legge il loro ricorso; in particolare, siamo venuti a conoscenza del fatto che le prime udienze dei detenuti di Novara che dovevano essere fissate entro la prima settimana di gennaio sono state fissate nel mese di marzo. La cura di detenuti in 41bis gravemente malati, continua ad essere un optional. Gravissimo il caso di Santo ALBANESE, 34 anni, detenuto a Novara. Dopo un ciclo di chemioterapia effettuato alcuni mesi fa nel centro clinico di Pisa per un linfoma di terzo livello alle ghiandole linfatiche, è stato riportato nel carcere di Novara, sempre in 41bis, dove ha ricominciato a star male. Il tumore - ha detto il detenuto - non è stato preso in tempo: era stato accertato a Novara un anno prima a seguito di una biopsia, mentre dal 1994 il detenuto era curato con antibiotici e antidolorifici per una toxoplasmosi. Si trattasse di un detenuto normale, Santo Albanese come minimo sarebbe già ai domiciliari.