41BIS - TRE PETIZIONI DAL CARCERE DELL'AQUILA: QUELLA LETTA IN VIDECONFERENZA, UNA INVIATA ALLE CAMERE PENALI E UNA CON CUI SI "RESTITUISCE AL MITTENTE IL PROVVEDIMENTO CON IL QUALE IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA REITERA IL 41 BIS". "TUTTO PASSA DALLA CENSURA E NON E' INVIATO SOLO AI RADICALI"
Roma,
20 luglio 2002 Rendiamo pubbliche tre petizioni che sono giunte dal carcere
dell'Aquila e che i detenuti stanno inviando al Ministro della Giustizia,
alle Camere Penali e stanno leggendo durante i processi in videoconferenza.
"Ci auspichiamo
che veniamo presi in considerazione nelle problematiche che abbiamo esposto
nelle varie sedi istituzionali, e, non veniamo strumentalizzati nel senso
negativo, per come ci stanno rappresentando in questi giorni, da divulgazioni
tramite notizie di quotidiani, e, di mass-media, che, sono false, e, inesistenti",
ha scritto Cosimo Lo Nigro, detenuto a L'Aquila, all'europarlamentare radicale
Maurizio Turco. La petizione al Ministro accompagna la restituzione al mittente
del provvedimento con il quale il Ministro reitera il provvedimento del 41bis.
"Allegato alla presente [il sottoscritto] rimanda al mittente il decreto
col quale il ministro della Giustizia proroga per il sesto anno consecutivo
di altri sei mesi il regime di detenzione particolare. Il medesimo ritiene il
provvedimento illegittimo e quindi vessatorio in quanto in tutte le sue forme
sono disattese le sentenze della Corte Costituzionale (n° 349/1993 n°351/1995
n°376/1997)," è scritto nella petizione al Ministro Castelli.
La petizione che viene letta durante i processi in videoconferenza è
identica a quella letta da Leoluca Bagarella e non fa riferimento a "promesse
non mantenute". In quella alle Camere Penali i detenuti affermano: "Continueremo
la nostra manifestazione fin quando le autorità preposte non avranno
una maggiore attenzione sulle problematiche pià volte esposte riguardanti
le forti restrizioni vessatorie che giornalmente continuiamo a vivere in questo
regime." I testi integrali delle petizioni sono disponibili sul sito www.radicali.it
Riguardo alla
"sapiente regia" che secondo alcuni avrebbe ispirato l'invio di lettere di
detenuti sottoposti al 41 bis e i cosiddetti proclami letti in videoconferenza,
Maurizio Turco, presidente del gruppo radicale al PE e Sergio D'Elia, Segretario
di Nessuno tocchi Caino, membri della Direzione di Radicali Italiani, hanno
dichiarato:
"Qualche Magistrato Antimafia prestato alla Politica Antimafia nella Commissione
Antimafia ha chiesto una Indagine (Antimafia?) sulla corrispondenza che dalle
Carceri Antimafia giunge all'esterno. Assicuriamo gli Autorevoli Esponenti Antimafia
titolati Professionalmente e Politicamente, che la corrispondenza è sottoposta
a termini di legge a censura e arriva ai destinatari - non solo ai Radicali
ma in molti casi anche alle più alte cariche dello stato - debitamente
vistata."