Completamente censurato il "botta e risposta" di ieri. Il portavoce di Arlacchi risponde mentendo alle accuse radicali. Lo ribadiamo: da anni l'ufficio di Arlacchi sostiene e legittima il regime presso cui ha trovato rifugio e ospitalità Osama Bin Laden. Il Governo italiano operi perché non sia confermato nel suo incarico
"Mentre il mondo subisce le minacce dei Talebani, che promettono ancora violenza, terrore e morte a chiunque osi stare al fianco degli Stati Uniti, nessuno sembra interessato a chiedere conto a Pino Arlacchi della politica che ha concepito e praticato, rispetto all'Afghanistan, negli anni trascorsi alla guida dell'ufficio anticrimine dell'Onu.
Ieri abbiamo ricordato ad Arlacchi (nel frattempo impegnato a sciorinare le sue nuove strategie mondiali antiterrorismo) le sue scelte di questi anni, di sostegno e legittimazione del regime talebano, con conseguente avallo fornito all'applicazione su larga scala della pena di morte, alla segregazione delle donne, alla sistematica negazione dei diritti fondamentali dei cittadini, ai legami con il terrorismo fondamentalista.
Il portavoce di Arlacchi ha risposto negando, a base di insulti e di menzogne, la verità delle nostre affermazioni, che invece confermiamo e aggraviamo.
Chiediamo alla stampa libera di consentire questo confronto, e di far conoscere e giudicare al paese la nostra richiesta al Governo italiano di operare affinché Arlacchi non sia confermato nel suo alto incarico. Così come chiediamo alla stampa libera di lavorare con noi ad una grande inchiesta sui rapporti tra l'ufficio guidato dall'ex senatore del Mugello e il regime talebano, cioè l'ambiente in cui sono probabilmente nate e cresciute alcune delle iniziative terroristiche più tremende di questi anni, inclusa, forse, quella di tre giorni fa."