"Almeno il principio della libertà di coscienza per il medico e il paziente è ancora riconosciuto.
Ma solo come principio astratto, perché la coscienza e la libertà individuale sono una miscela esplosiva da disinnescare con qualsiasi argomento. Che si tratti del divorzio, dell'aborto, delle dipendenze tossiche o meno, il cittadino è considerato un minus habens.
Comprendiamo le ragioni di chi, fedele alla propria coscienza, liberamente decide di non ricorrere ai ritrovati della scienza, ma non capiamo bene in cosa credano coloro che usano la loro libertà per impedire ad altri di essere liberi. Di credere in altro, di avere altri fedi o di non averne.
Da tanti anni è impedito di utilizzare un farmaco, la pillola abortiva RU486, con motivazioni che suonano come bestemmie contro la sacralità dell'unicità della persona e il libero arbitrio.
La pillola abortiva è un farmaco che consente di evitare il passaggio da una sala operatoria, cioè evita di aggiungere dolore al dolore.
Dopo anni di lotte da oggi è utilizzabile anche negli Stati Uniti d'America, dove gli antiabortisti, in nome della vita umana, non hanno esitato ad uccidere dei medici. Non è certo il caso dell'Italia dove, insieme a Irlanda e Portogallo, il prodotto non e' mai stato registrato. Le lotte per la legalizzazione e contro il mercato delle mafie, cioè contro il proibizionismo che impedisce di scegliere liberamente di avere una famiglia, un figlio, una vita propria, esigono capacità e durata di lotta. Capacità che abbiamo già dimostrato di avere.
Legalizzare la pillola abortiva è un impegno, è il nostro impegno."