Come tutte le messe che si rispettino, anche la 3a Conferenza mondiale sulle droghe è finita con un "andate in pace", e l'unico amen, l'unico rassegnato "cosi' sia" che non si è sentito è quello radicale.
I professionisti dello psico-fisico-morale, gli esperti del bene e del male che devono insegnare come utilizzare il cervello e l'anima tornano purtroppo alla loro professionistica occupazione. E ci tornano condannando la legalizzazione e la riduzione del danno.
Come se la legalizzazione fosse mai stata sperimentata e non pesassero, invece, 40anni di proibizionismo. Sarebbe già ipocrita se si vergognassero dello stato in cui hanno costretto a vivere milioni di persone. Di come hanno sperperato i denari pubblici per delle politiche generatrici di violenza e morte.
E invece attaccano la legalizzazione, che non esiste, non è stata mai sperimentata, e non accettano di prenderla in considerazione nemmeno come sperimentazione intellettuale.
E' in gioco il loro potere, morale certo, ma il proibizionismo è una politica che ha come effetto secondario, rispetto agli incassi della mafia, di ingrassare i moralisti che si lavano la coscienza sperperando denaro pubblico e mettendo a repentaglio la sicurezza del pianeta.
No, alla fine della messa noi non ci uniamo al coro che si alza da sinistra, centro e destra in un rassegnato "cosi' sia", solo perché non sono capaci di concepire governo."