"E' un centrosinistra becero quello in passerella alla terza Conferenza mondiale sulla prevenzione delle tossicodipendenze. Quasi che la confessione di adesione al proibizionismo sulle droghe sia un lasciapassare necessario per entrare nelle stanze buone del potere e non invece una adesione qualunquista al proibizionismo cinico e criminogeno.
Tant'è che anche il Ministro Cardinale, alla sua prima uscita intellettuale sul tema, se ne esce con un "la legalizzazione è perdente perché non è eliminando l'ostacolo giuridico che si elimina il problema (...) servono leggi che pongano limiti precisi all'uso e al commercio".
E' fin troppo facile demonizzare la legalizzazione attribuendogli il potere di eliminare il problema. La legalizzazione non è una pozione magica ma un sistema legale che consente di governare il problema, cioè regolamentare produzione e commercio e quindi fare campagne di informazione e dissuasione.
Per memoria storica ricordiamo al Ministro Cardinale che in America vigeva il proibizionismo sull'alcol. Rimuovendo l'ostacolo giuridico non è stato di certo eliminato il problema dell'alcolismo, pero' è stato eliminato dal mercato un pericolosissimo prodotto adulterato ed è sparita la criminalità che gestiva il mercato clandestino.
Le leggi auspicate da Cardinale ci sono e sono uguali a quelle americane degli anni 30 sull'alcol e hanno prodotto lo stesso risultato : un uso di massa incontrollato di prodotti adulterari e un commercio monopolizzato dalla criminalità.
Ci consenta il Ministro Cardinale di sostenere senza alcuna presunzione che la legalizzazione è una scelta politica di buon senso che non vale la pena sacrificare nemmeno sull'altare del potere."