In occasione della 3a Conferenza mondiale sulle droghe - che si aprirà domani a Palermo - si è finalmente passati dalla 'lotta' alla prevenzione. Una modifica semantica dietro la quale si nasconde il fallimento delle politiche proibizioniste.
Se davvero questa conferenza ha l'obiettivo di individuare 'soluzioni avanzate per prevenire e ridurre la domanda di sostanze stupefacenti', questo obiettivo si puo' perseguire solo con la legalizzazione delle droghe proibite.
A conferma di questo vi è l'esperimento condotto da Pino Arlacchi che mirava, in dieci anni, a distruggere le piantagioni di oppio dall'Afghanistan: dopo due anni il progetto verrà abbandonato visto che le coltivazioni sono raddoppiate.
Il bilancio complessivo della politica proibizionista, poliziesca e repressiva sulle droghe è controproducente, ovvero ha contribuito alla diffusione esponenziale delle droghe, ad accrescere il loro valore sul mercato clandestino, a condannare a morte per overdose o AIDS milioni di persone, a rafforzare le organizzazioni criminali. Il proibizionismo in termini giuridici è tecnicamente un crimine.
In occasione della 3a conferenza mondiale sulla prevenzione delle droghe il Ministro degli Esteri potrebbe inaugurare una nuova politica che rinunci al fondamentalismo proibizionista, una politica che consenta davvero di prevenire e ridurre la domanda di sostanze stupefacenti.