A pochi giorni dall'approvazione di una legge di moderata depenalizzazione in Portogallo, dall'annuncio dell'altroieri di una depenalizzazione di fatto in Belgio e dal dibattito che si è aperto ieri in Danimarca sulla legalizzazione dell'ecstasy, oggi è stata presentata in Italia la relazione annuale al Parlamento.
Mentre in diversi paesi europei -seppure con cautela- si cercano alternative ai danni causati dal proibizionismo in Italia si continua a dare i numeri, peraltro dalla discutibile attendibilità. Come se i 78 morti in meno nel 99 siano uno sconto sufficiente al prezzo da pagare al proibizionismo.
E non invece una inezia di fronte agli oltre 15mila detenuti tossicodipendenti e alle migliaia di detenuti per reati di droga o legati alla droga e di cui sappiamo come sono detenuti; ai quasi 135mila tossicodipendenti trattati presso i servizi pubblici e sappiamo come sono trattati; agli oltre 20mila tossicodipendenti trattati nelle strutture socio-riabilitative e di cui non sappiamo più niente; ai milioni di consumatori di sostanze proibite per legge clandestini e quindi contigui e spesso schiavi della criminalità organizzata, monopolista unico a cui lo stato ha lasciato mano libera.
Una inezia di fronte alle migliaia di vittime di atti criminali per effetto non delle sostanze ma delle leggi del mercato clandestino. Una inezia di fronte all'immenso potere di corruzione dei narcotrafficanti.
Di fronte a questo ci si trastulla con 70 morti in meno nel 99, sperando che con l'ausilio di spot e di slogan attraenti e convincenti nel 2000 ci sia l'impossibile miracolo di cancellare le droghe dalla faccia dalla terra, come lo stregone Arlacchi si è impegnato a fare in qualche anno. Stregone in evidente stato di frustrazione visto che il suo progetto di eradicare l'oppio dall'Afghanistan ha portato al raddoppio della produzione. Arlacchi starà quindi lavorando ad un 41bis mondiale coronato da una bella convenzione internazionale. Così salda i conti con i narcotrafficanti di tutto il mondo, in credito per il favore fatto ai Talebani.