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2000 06 26 * carceri - Grave la decisione se confemata di non riunire la Commissione giustizia del Senato. Insistiamo: la via d'uscita è l'indulto, non l'amnistia, insieme a una riforma strutturale immediata.

I radicali ribadiscono il 'no' all'amnistia e il 'si' all'indulto. Sarebbe la via d'uscita ad una situazione politico-parlamentare che si sta incartando irrimediabilmente, ed è grave la decisione, se confermata, di non riunire l'Ufficio di Presidenza del Senato, prevista per mercoledì prossimo. "La pietra dello scandalo, l'amnistia per i potenti, tutti in libertà, dei reati di tangentopoli, ha dichiarato il Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D'Elia, sta diventando una 'pietra' tombale sui poveracci che, invece, sono in galera".
"Dal Direttore delle carceri Caselli, ha dichiarato l'europarlamentare della lista Bonino Maurizio Turco, avremmo preferito parole di assenso a questa civilissima lotta dei detenuti e della polizia penitenziaria e non la minaccia che 'eventuali   incidenti bloccherebbero il dialogo', che rischia di essere un invito a qualche provocazione".
I radicali propongono di mettere in discussione subito le due proposte depositate al Senato da Piero Milio della Lista Pannella, otto articoli in tutto, che potrebbero essere approvate in due giorni: un indulto generalizzato fino a tre anni per   far uscire 15.000 persone comunque destinate ad uscire entro poco tempo, e la proposta di snellire le pratiche per la concessione della liberazione anticipata e rendere più certa e applicabile la liberazione condizionale.