"Gli antiproibizionisti non strumentalizzano la morte dei 6 giovani napoletani, segnalano semplicemente un dato di fatto : sono morti grazie alle politiche criminogene in atto. Politiche attraverso le quali il mercato di alcune sostanze stupefacenti è di competenza esclusiva e monopolistica della criminalità anziché dello Stato.
Rispettiamo le convinzioni morali e la coscienza di tutti. Ma il prevalere della morale sulla scienza per fare della legge un detergente per la propria coscienza è moralismo straccione con il quale si è creato un flagello sanitario e sociale. Si abbia almeno il coraggio e la forza di tacere o perlomeno di non spacciarsi per uomini di legge e di Governo."