"Il campo d'indagine della Commissione su tangentopoli è così vasto che legittimerà chi vorrà indagare sulla corruzione anzichè sui corruttori, con il finale scontato di una colpevolezza di massa che si tradurrà di fatto in una assoluzione urbi et orbi. Ragione in più per negare a Pannella, alla Bonino e ai radicali il diritto ad esistere, espulsi dall'informazione pubblica e privata perché estranei sia ai fasti e agli orrori della prima repubblica che al regime antidemocratico della seconda.
Tant'è che se si dovesse davvero indagare sui corruttori della vita politica, economica e sociale del paese rimarrebbe ben poco dell'attuale classe dirigente.
Non si indagherà dunque sui magistrati e la magistratura quasi fosse un potere indipendente e non invece autonomo cioè strettamente legato e parte del sistema. E non si indagherà nemmeno su fatti già oggetto di sentenze. Cioè non si indagherà né sui casi di persecuzione giudiziaria e nemmeno su quelli di omissione, con il risultato che oggetto d'indagine sarà una generica e generale lettura della storia da parte di chi ne è stato protagonista.
Non ci aspettiamo niente di più e niente di meno, ammesso che la Commissione su tangentopoli non faccia la fine della Commissione d'inchiesta su Nomisma su cui due anni fa il Parlamento votò all'unanimità per la procedura d'urgenza e su cui, sino ad oggi non è stato fatto nulla.
C'è un passato che non passa e non può passare per tutti i protagonisti di quegli e questi anni, siano essi stati soggetti o oggetto di indagini, arresti, assoluzioni, suicidi, omicidi o invece ancora protagonisti.
In questa logica il Presidente ideale della Commissione su tangentopoli sarebbe Romano Prodi ma essendo impegnato andrebbe bene anche Franco Bernabè".