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1999 12 30 * referendum * Il PPI e il gioco delle trecarte.

E' del tutto superfluo che Fioroni ci ricordi che il PPI - tra i legittimi eredi della peggiore DC - considera il referendum uno strumento "prezioso". Tanto prezioso che lo hanno attivato una sola volta in senso antiliberale su di un problema di coscienza, il divorzio. Ma i cittadini non li ascoltarono nonostante avessero dalla loro parte la RAI-TV con i Bruno Vespa di allora.
Oggi, potendo ancora disporre della RAI-TV e di Vespa, il PPI punta direttamente a una Corte che potrebbe deliberare secondo Costituzione dopo essere stata per decenni sotto il giogo partitocratico. Questa evenienza preoccupa il PPI al punto di iniziare la campagna contro i referendum radicali quando la Corte Costituzionale non si è ancora espressa al fine di condizionarla come ai vecchi tempi.
Sul merito dei quesiti, le argomentazioni adotte da Fioroni sono così populiste, demagogiche e conformiste che non dovrebbe avere alcuna paura di far esprimere i cittadini. Ma Fioroni e con lui gli elettori sanno che il cinquantennale programma statalista e proporzionalista - che con i referendum viene messo in discussione - ha prodotto l'occupazione dello Stato da parte dei partiti, la giustizia ingiusta e iniqua, la disoccupazione, il debito pubblico.
In questi anni abbiamo sempre operato avendo come priorità il bene del paese a scapito degli interessi di partito. Ed è questa scelta di fondo che segna la differenza tra la nobiltà della politica e la pochezza del gioco delle trecarte.