La decisione di avvicinarsi o meno al consumo di prodotti
stupefacenti deve rientrare totalmente nella sfera della responsabilità
personale, ed ha fatto bene il Presidente Ciampi a richiamarne oggi la centralità,
piuttosto che invocare, come fanno i crociati del proibizionismo di Governo
e di opposizione, tolleranze zero, pugni di ferro, ricoveri coatti e guerre
più o meno sante, poco importa se dichiarate per convinzione o per
esigenze di coalizione.
Purtroppo però la responsabilità individuale non ha forza, non
ne può avere, di fronte alla forza devastante che le leggi proibizioniste
consegnano nelle mani della criminalità, moltiplicandone il potere
di promozione delle sostanze illecite, di reclutamento di nuove energie criminali
e di corruzione e distruzione delle istituzioni, dello Stato di diritto e
della società. Il mercato delle droghe illegali è oggi un mercato
fuori da ogni controllo che non sia il controllo mafioso e della criminalità
organizzata; è dunque un mercato di morte e di morti, di persone ridotte
ad irresponsabilità proprio dalle politiche di questo Stato italiano
e da un sistema di disinformazione scandalistica che rende letteralmente improponibile
ogni tentativo di comunicazione vera, di informazione, di sensibilizzazione,
di prevenzione rispetto all'uso e all'abuso di sostanze stupefacenti illecite.