Questa mattina alle 12 una delegazione del Coordinamento Radicale Antiproibizionista, formata dal segretario Marco Taradash, dal tesoriere Maurizio Turco e dal presidente del consiglio generale Rita Bernardini, si è recata al ministero della Sanità per consegnare 119 istanze avanzate da persone tossicodipendenti in trattamento presso i servizi. La delegazione si è incontrata con il sottosegretario alla Sanità Elena Marinucci che ha ricordato come in Parlamento si fosse dichiarata favorevole alla distribuzione di metadone incontrando l'opposizione del PCI. Il sottosegretario ha anche apprezzato il fatto che un gran numero di tossicodipendenti si siano responsabilizzati attuando una iniziativa politica su un problema che riguarda direttamente la loro condizione di vita.
Le istanze presentate questa mattina sono state raccolte su iniziativa del gruppo consiliare antiproibizionista della Regione Lombardia (per informazioni rivolgersi a Lucio Berté, membro della direzione del CORA, tel. 02/6975267). Ad esse faranno seguito le altre che vengono raccolte in tutta Italia. I cittadini tossicodipendenti autori delle istanze chiedono che venga loro estesa la sospensiva decretata dal TAR della Lombardia nei confronti di Angelo Comaschi ed Ennio Chillemi, due utenti dei servizi ai quali il trattamento col metadone era stato annullato dopo l'entrata in vigore del decreto n. 445 del ministro della Sanità. Con questo decreto si è infatti reso impossibile l'uso del metadone come farmaco di sostituzione. Il metadone viene confinato ad un ruolo cosiddetto terapeutico in vista della "guarigione" dalla droga e il trattamento non deve durare più di qualche settimana. In questo modo il Governo ha chiuso le porte dei servizi in faccia a migliaia di ex-eroinomani che, grazie al metadone, avevano recuperato la salute e lo stile di vita abituale. Ad essi è stata posta una vergognosa alternativa: o l'astinenza o il ritorno all'eroina di strada, allo spaccio, al rischio di contrarre l'Aids, alle rapine, alla prostituzione.
Lo stesso TAR della Lombardia aveva anche accolto il ricorso di due medici, Giorgio Inzani (consigliere regionale antiproibizionista) e Maria Grazia Fasoli, operatrice del servizio tossicodipendenze di Brescia, che sono stati così autorizzati a prescrivere metadone al di fuori del decreto De Lorenzo. Oggi altri due medici romani, Maria Merlino e Mario Caloro, hanno chiesto di poter esercitare la stessa possibilità.
E' di ieri la notizia secondo cui l'avvocatura dello Stato avrebbe presentato ricorso contro la sentenza del TAR. Anche il CORA presenterà di conseguenza un ricorso, chiedendo che la sospensiva venga allargata a tutto il territorio nazionale.