Facco: «Vi dico perché il Senatùr non mollerà mai Silvio».
Basta scendere alla stazione di
Treviglio, provincia di Bergamo, per capire che la Lega Nord di Umberto Bossi
non romperà mai l'accordo di governo con il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi. In questa cittadina della bergamasca abita Leonardo Facco, ex capo
della redazione cultura del quotidiano la Padania negli anni '90, autore del
libro "Umberto Magno" (Aliberti Editore) collaboratore di deputati
leghisti a Montecitorio e profondo conoscitore del movimento lumbard.
È stato tra i primi a raccontare
che l'asse del Nord, architrave dell'esecutivo, si regge in realtà su un
accordo economico siglato di fronte a un notaio dal Cavaliere e dal Senatùr nel
gennaio del 2000, giusto l'anno prima dalle elezioni politiche del 2001
L'INTERVISTA A LUCIA ANNUNZIATA
NON ANDATA IN ONDA.
La storia è tornata
alla ribalta domenica 2 ottobre, quando il giornalista Gigi Moncalvo, direttore
della Padania dal 2002 al 2004 lo ha spiegato a Lucia Annunziata durante la
trasmissione In mezz'ora. «Ma anche io, insieme con Mario Morelli (ex braccio destro
del Senatùr ndr), lo avevo raccontato alla redazione di Potere nel marzo di
quest'anno. E Morelli (morto un mese fa ndr) aveva spiegato per filo e per
segno quello che gli aveva raccontato Bossi in persona».
Poi però l'intervista non andò in
onda. «Forse perchè la Annunziata non voleva creare scompiglio nel periodo in
cui Enrico Letta stava cercando di fare un accordo con la Lega per far cadere
Berlusconi», ipotizza Facco, mostrando i messaggi scambiati con la redazione
del programma di viale Mazzini diretto dalla Annunziata.
La incredibile vicenda della
cessione segreta del simbolo di Alberto da Giussano è avvalorata anche da un
documento datato 28 giugno del 2000, quando l'amministrazione di Forza Italia
garantì presso la Banca di Roma una fideiussione di 2 miliardi di vecchie lire
a favore del Movimento Politico Padano. Nel documento, tra le clausole, si può
trovare anche la disposizione per la banca di far credito al Carroccio senza
speciali autorizzazioni.
Di cosa parlano queste due pagine
con il simbolo del primo partito di Silvio Berlusconi?
Questo è il documento datato 28
giugno del 2000, che attesta su carta intestata di Forza Italia, l'accordo
economico tra il signor Silvio Berlusconi e il signor Umberto Bossi.
Cosa dicono?
Giovanni Dell'Elce, allora
amministratore di Forza Italia, ha firmato una pagina in cui c'è scritto nero
su bianco di consegnare 2 miliardi al movimento politico Lega Nord. Il che
dimostra che Berlusconi ha assistito economicamente la Lega in un momento molto
delicato per le casse del partito.
Ovvero ?
La data non è casuale, era il
2000, anno in cui il movimento si trovava sull'orlo della bancarotta. Via
Bellerio non aveva ossigeno, perchè la Lega aveva appoggiato il referendum
proposto dai Radicali contro il finanziamento pubblico ai partiti, che passò.
In quel momento si bloccarono tutte quelle entrate dal finanziamento pubblico.
A quanto ammontavano i debiti?
Una cifra esatta è impossibile
da stabilire. Famiglia Cristiana nel 2001, parlò di 70 miliardi di lire . È
questa la quantità di denaro che sarebbe stata versata da Berlusconi a Bossi
per saldare tutti i buchi di bilancio. Ci sono una serie di indizi, avvalorati
dai comportamenti della Lega Nord in questi dieci anni, che spiegano alla
perfezione la politica attuale.
In che senso ?
Basta passare in rassegna tutte
le leggi che ha voluto Berlusconi in questi anni: tutte appoggiate e votate
dalla Lega.
Lei sta dicendo cose molto gravi
lo sa?
Me ne rendo conto benissimo, ma
del resto è la verità.
Nonostante tutto, però, a volte
il Senatùr ha fatto la voce grossa e ha minacciato di rompere...
Sì e ci prende tutti per il c....
Andatevi a rivedere tutti gli ultimatum di Pontida, doveva finire la guerra in
Libia, dovevano terminare persino le ganasce fiscali di Equitalia...
Dove sarebbe stato siglato l'accordo?
Presso un notaio di Milano di
cui però non voglio rivelare il nome, non tanto per questioni di privacy, ma
perchè non credo c'entri con tutta la vicenda.
Ma effettivamente cosa accadde
quel giorno ?
Bossi si presentò insieme con i
suoi uomini più fidati e Berlusconi. Fu solo l'inizio di una duratura alleanza
che per prima cosa cancellò le querele miliardarie che la Padania aveva sul
groppone ed erano moltissime, tutte intentate da Berlusconi contro Bossi, che è
direttore politico del giornale. Nel '97 Umberto definì il premier un nano
mafioso e piduista, tra le altre cose. Delle querele del giornale mi ha parlato
anche Gianluca Marchi, allora direttore editoriale del quotidiano.
Come si sviluppò l'accordo ?
Era partito molto prima. Io, che
stavo in redazione al giornale, vedevo alcuni giornalisti della redazione
politica partire in missione per andare a incontrare gli esponenti di Forza
Italia. Non incontravano solo Tremonti, ma anche Brancher, l'anima nera legata
a Calderoli, l'uomo che ha riavvicinato Bossi a Berlusconi per quel patto
firmato dal notaio.
L'ex ministro breve per il
federalismo era quindi un altro tassello importante di questo patto d'acciaio?
Brancher non fu nominato per
caso ministro per l'applicazione del federalismo. Era una cosa studiata. In
quel momento partiva il processo Antonveneta nel quale Brancher era imputato,
vicenda che ha a che vedere con Gianpiero Fiorani e i giri di Credieuronord.
Quando fu costretto a dimettersi da ministro, aveva capito che non poteva
ricorrere al Lodo Alfano, chiese il rito abbreviato, e fu condannato con
sentenza definitiva. Ma Brancher, che è uomo d'onore, ha evitato la pena e ha
impedito anche che alla sbarra andassero altri testimoni, come Roberto Calderoli.
La posizione del ministro
Calderoli fu archiviata.
Ma quello era un altro
procedimento. Lo avrebbero chiamato per i rapporti con Fiorani, che non sono
mai stati smentiti, anzi.
Torniamo al 2000. Perchè il
Carroccio era sull'orlo di una bancarotta?
Il dissesto finanziario
all'interno della Lega era generale. Alla fine degli anni '90 c'è stata una
serie di iniziative economiche che hanno portato il movimento a un passo dal
fallimento. Stiamo parlando del caso delle cooperative padane, una sorta di coop
rosse, poi finite in disgrazia. Quando fu fatto il punto della situazione, si
scoprì che le cooperative padane avevano maturato perdite per un miliardo di
lire. A cui andavano poi aggiunti altri debiti.
Quali ?
Il villaggio residenziale in
Croazia, iniziativa voluta e finanziata da alcuni dirigenti della Lega. Ma poco
chiara. Per esempio, l'atto notarile che mi avevano dato era falso.
E lei perchè aveva l'atto
notarile?
Ci avevo investito dei soldi
anch'io. E ci persi 30 milioni di vecchie lire.
Altri disastri finanziari ?
Ce ne sono moltissimi. Oltre al
più famoso di Credieuronord, la banca che creò un buco ultramiliardario, c'è
per esempio il caso del terreno di Pontida. Non si sa quanto la Lega abbia
incassato dalla vendita ai militanti dei Btp (Buoni del terreno di Pontida)
organizzata per comprarlo. Poi al Carroccio è rimasto solo un triangolino.
Ma è vero che di fronte al notaio
fu ceduto anche il simbolo elettorale con Alberto da Giussano che impugna la spada
?
Sì, l'uso del simbolo fu ceduto
al Cavaliere
Ma perchè queste accuse proprio
adesso? I leghisti dicono che siete ex
dissidenti che non hanno ricevuto la poltrona che pretendevano.
Io non ho mai ricevuto incarichi di partito. Anzi, quando mandai a quel
paese Calderoli perchè voleva che la mia casa editrice non si occupasse di
argomenti scomodi alla Lega, rinunciai a un contratto da capo redattore alla
Padania.
Qualcuno l'ha mai smentita o querelata?
Minacce tante, ma alla fine di querele zero.