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2008 08 14 * La Repubblica * Se la Russia vincerà la guerra per gli investitori occidentali si chiuderanno molte strade. 

Dixon per La Repubblica - Con il contributo del (Traduzioni a cura del Gruppo Logos)

Il successo militare russo in Georgia potrebbe riavvicinare il paese a molti vicini ex sovietici, a scapito di aziende e investimenti occidentali. Uniche eccezioni potrebbero essere l’Ucraina, filo occidentale, e i paesi Baltici. Le reazioni delle ex-repubbliche sovietiche al conflitto sono caute. Il Kazakistan (un porto sicuro per gli investimenti occidentali, più di 17 miliardi di dollari nel 2007), tace e ha dirottato le esportazioni di petrolio lontano dal conflitto, riducendo la dipendenza dall’estero. Ha rinegoziato lo sfruttamento dei giacimenti del Kashagan, aumentato le quote di partecipazione della società nazionale KazMunaiGaz, costringendo il consorzio a guida Eni a un indennizzo di 5 miliardi di dollari, ma l’influenza russa nel paese cresce.

Gazprom controlla gran parte della produzione con una joint venture, la società statale russa ARMZ ha il controllo delle miniere di uranio, cui si aggiungono gli investimenti in Vimpelcom (telefoni cellulari) e Severstal (miniere d’oro). L’Ucraina ha appoggiato la Georgia: il presidente Yushenko si è recato a Tbilisi e il governo ha soppresso vecchie joint venture ucraino-russe, intende aderire a Nato e UE e ha avviato una liberalizzazione del mercato.

Tuttavia per gli investitori esteri, il clima potrebbe raffreddarsi. La risicata maggioranza di governo e la possibilità di influenze russe alle prossime elezioni rendono rischiosi gli investimenti. Se il prezzo del petrolio calerà, la forza finanziaria della Russia diminuirà e così la sua influenza. Viceversa i legami tra essa e molti suoi vicini potrebbero diventare indissolubili indebolendo le prospettive dei paesi occidentali.