Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

2008 06 22 * l'Avvenire * «Un gruppo a fianco della Chiesa» * Giuseppe Matarazzo

Gabino, vicepresidente di Re Spa: «Il nostro compito? Seguire e sostenere i religiosi per realizzare i propri progetti etici e solidali»

La società, nata nel 1984, offre consulenza e servizi immobiliari, gestionali e finanziari per il mondo ecclesiastico. Il successo di ReCard. Quest’anno il lancio di «Linea scuola» a sostegno degli istituti cattolici


«Un gruppo che segue e accompagna la Chiesa». È una sfida forte e ambiziosa quella che da oltre vent’anni affronta Re Spa nell’offrire consulenza e servizi di natura immobiliare, gestionale e finanziaria a tutto il mondo ecclesiastico e religioso. A definire in una formula lo spirito del gruppo nato nel 1984, è Ugo Gabino, vice­presidente di Re Spa. Convenzioni bancarie, special card, gestione del patrimonio e assistenza sul fronte socio-sanitario e assistenziale. Per tutto questo c’è Re, si potrebbe dire, parafrasando un noto claim. «Quello ecclesiastico - afferma Gabino - è un mondo complesso, estremamente articolato con problemi diversi, dai più banali ai più seri. I religiosi per realizzare i loro progetti etici e solidali, che possono in un certo senso considerarsi attività imprenditoriali, devono fare i conti con norme e aspetti finanziari. Noi siamo pronti a sostenerli e a seguirli, instaurando un pieno rapporto di fiducia».

Uno dei vostri punti di forza è la Convenzione Bancaria. Una banca su misura per il clero?
Non mi sento di dire questo. Ma ci sono banche più attente al cliente e noi presentiamo clienti affidabili e onesti. In questi anni abbiamo costruito tanto. 50mila correntisti rappresentano un valore notevole. La Convenzione è studiata per aiutare i sacerdoti e il mondo della Chiesa a rapportarsi con gli istituti di credito e nello stesso tempo mettere in relazione le banche con una clientela certamente particolare.

Lavorate di più con le diocesi o le congregazioni?
Per gli aspetti più complessi, come gli immobiliari, sono di più le congregazioni che non le diocesi a chiedere il nostro aiuto. Le diocesi, soprattutto le più grosse, hanno già delle strutture capaci di affrontare certe tematiche. Ma una congregazione femminile di clausura, quale possibilità ha di confrontarsi con alcuni problemi? Cerchiamo allora di porre la massima attenzione dove il bisogno è più forte.

L’anno scorso avete lanciato Re­Card, una carta servizi per i religiosi con convenzioni e sconti. Con quali risultati?
Re Card è per noi uno sforzo notevole. Una carta pensata per essere usata spesso e assolutamente gratuita per il cliente. Ne abbiamo distribuite 60mila per il lancio. In un anno abbiamo ricevuto altre 20mila richieste. Abbiamo stretto convenzioni con grosse a­ziende, dall’Api a Metro, da AirOne a Europcar. E stiamo lavorando a nuovi accordi. Per esempio con Vimec che produce attrezzature per il superamento delle barriere architettoniche. È una iniziativa che piace. In lenta crescita. Ma si sa, il mondo della Chiesa non è fatto di facili entusiasmi.

Quale novità propone il gruppo quest’anno?
Si chiama «Linea scuola». È una scommessa che facciamo con il mondo della scuola cattolica. Un prodotto realizzato con Unicredit: consente alla famiglia che iscrive i propri figli a una scuola cattolica di dilazionare il pagamento della retta nel tempo, a rate fisse. Con interessi agevolati. Un aiuto per l’istituto scolastico che può gestire le sue entrate attraverso noi e la banca, senza doversi occupare di scadenze e controlli.

Fronte immobiliare: gestione del patrimonio ecclesiastico, ma anche costruzioni. E non solo in Italia. Come nasce la presenza nella Repubblica Ceca?
L’impegno su questo settore è grande. Ed è l’unico in cui lavoriamo anche con i laici. Ma solo per lavori di alto livello. Per esempio a Catania, alla Stm, ci siamo occupati della camera di assemblaggio dei microchip. Una sfida. La presenza nella Repubblica Ceca, invece, nasce - caduto il comunismo - con un provvedimento di restituzione dei beni confiscati dallo Stato ai proprietari. Congregazioni che avevano monasteri e immobili, li hanno 'riconquistati' in condizioni allucinanti. Da qui la necessità e la volontà di restaurarli e utilizzarli. Finito il comunismo si voleva tornare per una presenza spirituale, morale, ideale.


L