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2002 07 18 * Corriere della Sera (Sette) * Massoneria e P2: Intervista Cossiga * Claudio Lindner

Francesco Cossiga conferma: "Ho la sensazione che i "fratelli" abbiano ripreso influenza". Un fatto di cui l'ex presidente non si rammarica:"Difendere la massoneria è una battaglia di libertà", dice. E persino sulla P2.


Presidente, un intero scaffale della sua libreria è dedicato alla massoneria, solo un interesse politico-culturale?
Il mio interesse per la massoneria è sorto soltanto per un motivo di libertà, così come a suo tempo condussero battaglie politiche sia Cesare Ruffini sia Antonio Gramsci quando il fascismo voleva sopprimere la massoneria".

Ma lei è massone?
Ma no, sono di tutt'altra parrocchia. Lo era mio nonno oculista, Gran Maestro 33° grado di rito scozzese, arrivò ad essere tesoriere del Grande Oriente d'Italia. Morì a 92 anni con un rimpianto: non riuscire a votare il 2 giugno per la Repubblica.

E poi?
Nella mia famiglia c'era un ramo strettamente cattolico, antimassone. Mia zia giunse a tale faziosità dopo la scomparsa del nonno da distruggere ogni simbolo o ricordo della sua appartenenza all'istituzione....

A Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica e protagonista degli ultimi 40 anni di politica italiana, l'argomento massoneria piace, lui si scalda subito.
Ho visto montare questa favola della P2, non si comprenderà mai perché si è gonfiata e sgonfiata così rapidamente. Ha lasciato persone distrutte: alcune, altre no.....

C'erano anche tentazioni golpiste nella P2?
Ma per carità. La P2 era prevalentemente un'associazione di mutuo soccorso, e poi esisteva lo spirito di sovversione degli americani nel caso i comunisti fossero andati al governo. Sa dove è nata l'idea della P2?

Me lo dica lei.
Un grande massone non piduista mi ha raccontato che tutto nacque nella residenza dell'ammiraglio comandante della VI Flotta a Napoli. Il vero scopo era quello di mettere insieme i militari e i "civil servant" più filoamericani, Licio Gelli doveva essere l'organizzatore. Quando non serviva più, gli americani l'hanno mollata.

Nella storia della massoneria internazionale l'élite militare ha sempre avuto un certo peso.
Assolutamente sì. Anche in Italia. L'arma dei carabinieri, per esempio, ha come principio base la fedeltà, caratteristica fortissima fra i massoni. Ma non solo: quando ero sottosegretario alla Difesa nel 1966 venne nominato capo di Stato Maggiore della Marina un generale calabrese e mi ricordo un sussurrare un po' scandalizzato negli ambienti militari perché era un cattolico.

Presidente, parliamo di oggi. Gelli è ora riapparso, Gran Maestro onorario nell'Obbedienza del principe Paternò.
Sì, negli ultimi mesi la massoneria internazionale ha completamente riabilitato Gelli perché si ritiene che fosse stato oggetto di persecuzione. E lui continua ad essere un uomo influente e importante della massoneria italiana, anche se è un uomo prudente che ha incassato tutto.

Presidente, ma quanto conta oggi la massoneria in Italia?
Ho la sensazione che abbia ripreso influenza. Sempre più spesso sento dire; "Quello è un massone". Intendiamoci, ci sono persone degnissime, come il mio amico Roversi Monaco, rettore dell'Università di Bologna che per questo ebbe anche l'umiliazione di un'inchiesta giudiziaria. Ho la certezza che i miei amici ministri lo siano, ma non faccio i nomi perché essere massoni in Italia sembra una cosa disonorevole.

A proposito di battaglie per la libertà, la Corte di Giustizia di Strasburgo ha dato ragione al Grande Oriente che aveva fatto ricorso contro due casi di discriminazione.
Sì, e la cosa "bella" è che la sentenza di Strasburgo è stata impugnata dal governo presieduto da un ex piduista e che conta molti ministri massoni. Lo dico con rispetto, mio nonno era massone...