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2001 02 09 * la Repubblica * Scientology nel mirino dell' Fbi sotto accusa anche Tom Cruise * Federico Rampini

Sfruttamento della manodopera, schiavismo, campi di concentramento: sono le accuse al centro del nuovo scandalo che colpisce Scientology. E coinvolge il suo "fedele" più famoso: Tom Cruise. A muoversi è stata l'Fbi, dopo le rivelazioni sui lavoratori costretti a fatiche massacranti per delle paghe da Terzo mondo. Alcuni erano proprio al servizio della star hollywoodiana. Scientology avrebbe "prestato" a Cruise squadre di operai che per anni gli hanno ristrutturato la casa, riparato motoscafi e motociclette. Salario medio: 50 dollari a settimana. Quei manovali hanno sopportato il sacrificio in nome della "causa": Scientology esige dai propri seguaci obbedienza cieca.

È anche per questo che diversi paesi le hanno negato lo statuto di Chiesa, e la Germania ha tentato di metterla fuorilegge. Ma gli Stati Uniti no: difesa da molti potenti che ne sono seguaci (tra gli attori anche John Travolta), la setta ha ottenuto nel 1993 dal fisco americano tutte le esenzioni fiscali concesse alle chiese tradizionali.

I numerosi scandali non sono riusciti a danneggiarla penalmente, anche se sul numero degli aderenti le stime divergono: 3,5 milioni solo in America secondo i vertici di Scientology, appena 25.000 secondo una ricerca indipendente. Qualunque sia la cifra giusta, a quanto pare ci sono i fedeli-Vip e i sotto-uomini. Il capo dell'organizzazione, David Miscavige, non si è limitato a mandare per anni gli schiavi a casa del suo amico Cruise. Lui stesso fa una vita da nababbo, con jet privati, una collezione di auto di lusso, due chef a disposizione.

A gettare questo nuovo fascio di luce sulla misteriosa setta sono le rivelazioni di un "pentito". Anche lui è un nome noto a Hollywood: Paul Haggis, regista del film «Crash» e sceneggiatore di «Million Dollar Baby». Dopo 34 anni di obbedienza a Scientology, Haggis svuota il sacco in una intervista-confessione al settimanale New Yorker.

Oltre al traffico di schiavi, rivela l'esistenza di "campi di rieducazione" dove vengono confinati i fedeli «che non assolvono alle loro responsabilità ecclesiali». Chiamati Rehabilitation Project Force, i campi vengono descritti anche da un altro transfuga, Bruce Hines. Per sei anni, Hines racconta di essere stato in una di queste «proprietà altamente sorvegliate, dove qualsiasi tentativo di fuga veniva punito con trattamenti ancora più duri».

Nel 2000, «il numero di detenuti toccò una punta di 120». Il New Yorker fa luce anche sul fondatore di Scientology, Ron Hubbard. Nel costruire la propria leggenda, Hubbard sostenne di essere stato un eroe della II guerra mondiale, ferito fino alla cecità e invalido totale, poi guarito attraverso le cure miracolose della sua fede (Dianetics, ribattezzata Scientology nel 1953). Gli archivi dell'esercito consultati dal New Yorker smentiscono tutto: eroismo e ferite.

L'autore del reportage Lawrence Wright, insieme col direttore del New Yorker David Remnick, hanno avuto otto ore di confronto con il portavoce di Scientology Tommy Davis e la sua squadra di legali. Al termine, il New Yorker ha deciso di pubblicare tutta la storia, mentre Scientology ha smentito le accuse con un duro comunicato: «Il New Yorker ha deciso di introdurre i suoi lettori alla nostra chiesa attraverso gli occhi di un apostata, del tutto inaffidabile. L'articolo è un rigurgito di vecchie accuse che si sono già dimostrate false».

Come in passato, anche stavolta sarà difficile andare fino in fondo: lo stesso Haggis nella sua confessione racconta come Scientology faccia «il vuoto attorno a chi lascia». John Travolta, rivela Haggis, ha reagito «orripilato» alle sue accuse.