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1989 03 02 * La Republica * "Un'agenzia del crmine ha manovrato i terroristi" * Sandra Bonsanti

Nessuna retromarcia, rispetto a quello che ho detto ieri. Anzi...: il prefetto Domenico Sica nel villino del quartiere Prati che ospita l'Alto commissariato, aggiunge qualcosa alla teoria sulle stragi esposta ai parlamentari della commissione d'inchiesta.
Dice: Credo che da dieci, quindici anni, funzioni in Italia un'organizzazione che assomiglia a una vera e propria agenzia, composta da un numero limitato di persone in grado di gestire le grandi linee del crimine. Un'agenzia, dunque, ricca di elementi di informazione, con i quali può influire su ambienti diversi, ad ogni livello.
Dice ancora Sica: La destra? La destra è stata adoperata, erano facilmente utilizzabili. E i servizi segreti? Possono esser stati adoperati anch'essi. L'organizzazione allora è più forte dei servizi? Sì. Il prefetto spiega che la forza deriva dal grado di conoscenza. Dalla possibilità di influire sugli altri. Chi non conosce, può solo esser influenzato. Sica fa qualche esempio. Ricorda, fra l'altro, che è stata una stessa organizzazione a fornire uguali documenti a Pippo Calò, grande cassiere della mafia, condannato all'ergastolo a Firenze per la strage sul treno 904, a un terrorista rosso e a un terrorista dell'Olp.

Un potere immenso
A suo avviso, chiunque sia in grado di conoscere e riconoscere, dunque anche di ricattare, gente di quel livello, ha nel cassetto un potere immenso. E lo gestisce secondo i propri interessi, interessi che si accentrano prima di tutto sul traffico di droga e poi su quello delle armi. Si tratta, in sostanza, anche di un potere politico, perché una organizzazione del genere ha una sua intrinseca valenza politica. Se dietro a certe stragi non si è avuto un vero e proprio disegno di destabilizzazione dello Stato, questo non significa l'assenza di un significato politico in sé. Sica non desidera inoltrarsi in queste che lui definisce ipotesi di studio. Ma fa capire che l'orizzonte che gli si sta aprendo davanti è qualcosa di molto peggiore di tutto ciò che è stato finora immaginato: peggio della strategia della tensione, più rischioso dei vari terrorismi messi insieme. Perché ci sono collegamenti internazionali, conseguenza della stessa dimensione degli interessi economici in gioco. E, soprattutto, perché si tratta di un rischio attuale. Alla commissione Gualtieri, martedì aveva detto: Ritengo doveroso evidenziare una situazione di pericolo per lo Stato. E' verosimile che settori disparati di varie organizzazioni criminali variamente disposte nel territorio, abbiano trovato un punto d'incontro, una utilità comune che è quella di una gestione unificata di alcuni settori di attività. Da cosa dipende il grande potere dell' agenzia-organizzazione? Sica fa un esempio: Se io cedo o vendo un'arma a qualcuno e poi vengo a sapere che quell'arma ha sparato in una determinata situazione, sono automaticamente a conoscenza del nome di chi ha sparato. Stessa ipotesi per una carica di esplosivo o per un congegno elettronico. Ma c'è di più e di peggio: ed è il caso in cui l'organizzazione sia a conoscenza anche del mandante dell' attentato. A questo punto la forza di ricatto, il cosìdetto potere di influire, raggiunge il culmine. Si spiegherebbero, forse, con questa ipotesi, uccisioni come quella di Pecorelli, oppure come quella di Mattarella, dalla chiara matrice politica, la cui esecuzione potrebbe esser stata affidata, in entrambi i casi, al neofascista Fioravanti. E veniamo alle stragi. E' possibile che la tesi di Sica abbracci tutto il periodo dal '69 ad oggi? No, io mi riferisco soprattutto agli ultimi dieci anni. Quindi, anche alla strage di Bologna, del 1980? Credo di sì.

La banda della Magliana
Già in quel caso, ricordano i magistrati, infatti si riscontrò un connubio di interessi fra destra eversiva e la banda della Magliana, operante a Roma con intrecci e protezioni un po' ovunque. Spiega il prefetto: Per quanto riguarda gli anni precedenti, quelli, per intenderci della strage di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, dell'Italicus, si tratta di un periodo ancora da ristudiare, da approfondire. Però ritengo che i nostri sforzi, oggi, debbano concentrarsi sull'oggi. Su ciò che è in piedi. Certo non è un' ipotesi facile da far accettare. Non è facile da spiegare. Già alle prime indicazioni comparse sull'agenzie, il Msi ha esultato. Le affermazioni di Sica sgombrano il campo dall'equivoco di uno stragismo essenzialmente 'nero' ed eversore del sistema... apprezziamo il fatto che Sica abbia strappato l'ultimo velo dell'ipocrisia su questa tragedia italiana dice il segretario Gianfranco Fini. Ma forse il Msi non ha capito bene, forse pensa di poter accantonare il problema di Massimo Abbatangelo, il missino coinvolto nell'inchiesta sulla strage del 904, che i suoi camerati vorrebbero portare al Parlamento europeo per metterlo al riparo dal carcere. Perplesso il senatore verde Marco Boato, che definisce la tesi di Sica sulle stragi sbagliate e fuorvianti. E Massimo Teodori attacca Sica per una ipotesi che giudica precotta e basata sul diversivo della grande malavita. Più complesso il giudizio della Voce repubblicana, che è d'accordo per quanto riguarda gli ultimi dieci anni ma afferma che ciò non significa che si debba rivedere il giudizio sul carattere politico degli attentati.