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1984 07 18 * La Repubblica * Goria al Senato "l'intesa con lo IOR consente il recupero di 180 miliardi"

ROMA - Rispondendo al Senato a una interrogazione democristiana, il ministro del Tesoro Goria ha definito l'intesa raggiunta con lo IOR (l'istituto finanziario vaticano) "la più conveniente per tutte le parti, nell'intento di limitare i danni subiti da ciascuna di esse in seguito al dissesto del Banco Ambrosiano". Il ministro prevede "un recupero globale dell'ordine di 180 miliardi di lire ai cambi attuali, che andranno ovviamente a diminuire in modo sostanziale il costo del dissesto". Secondo Goria la soluzione negoziale è stata l'unica in grado di risolvere un contenzioso giudiziario internazionale, altrimenti suscettibile di complicare ulteriormente una situazione già molto complessa. Grazie all'intesa, la liquidazione ha già ottenuto un introito di circa 52 milioni di dollari, di cui circa 42 a valere sul contributo IOR, con la prospettiva di ulteriori incassi in relazione ai 40 milioni di dollari versati sul conto di garanzia in attesa di assegnazione ai 25 milioni di dollari di valore capitale del credito Rizzoli. Da qui la previsione di un recupero globale di 180 miliardi di lire. L'accordo non contempla alcuna distribuzione a favore degli azionisti del Banco Ambrosiano. Goria ha quindi sostenuto che i risultati ottenuti dalla liquidazione mediante l'intesa, che fissa un contributo IOR migliorativo rispetto a precedenti stime e ritenuto congruo da tutte le banche estere creditrici, confermano la validità delle previsioni a suo tempo effettuate dai commissari straordinari, che stimarono il deficit patrimoniale in 480 miliardi di lire. Altro vantaggio dell'intesa raggiunta è che la liquidazione potrà avvalersi della collaborazione delle banche internazionali per raccogliere la documentazione e le informazioni necessarie per proseguire tutte le azioni risarcitorie. Infine - ha rilevato Goria - sarà possibile adesso affrontare il delicato problema dell'attività dello IOR nei suoi rapporti con i residenti in Italia. La soluzione più idonea, per il ministro, è la creazione di una filiale italiana dello IOR, inserita nell'ordinamento italiano come filiale di banca estera. Ciò consentirebbe l'assoggettamento a tutte le disposizioni di vigilanza, valutarie e fiscali applicabili a questa categoria di aziende di credito. Tutto ciò richiede naturalmente la stipula di un accordo internazionale tra l'Italia e il Vaticano e il recepimento di tale accordo nell'ambito dell'ordinamento giuridico nazionale.