TURCO, BELTRANDI, D'ELIA e PORETTI. -
Al Ministro degliaffari esteri, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
il 14 dicembre 2005 la Giunta del comune di Roma ha deliberato l'approvazione di un documento di revisione tecnica e tariffaria del «Piano Bus Turistici» - deliberazione numero 715;
con tale atto si è disposta la novellazione del «Piano Bus Turistici» disciplinante il transito e la sosta degli autobus turistici nella città di Roma al fine di contenere il cosiddetto «inquinamento ambientale»;
la normativa, originariamente adottata per poter far fronte alle straordinarie condizioni di disagio in cui sono venuti a trovarsi i residenti della capitale in «epoca giubilare», disagio dovuto all'afflusso eccezionale di pellegrini, è stata superata poiché tali flussi straordinari sono cessati e la mobilità turistica su pullman ha nuovamente assunto le caratteristiche peculiari della città di Roma. È stata ripristinata la consueta motivazione del viaggio e la consueta tipologia del visitatore, attratto oltre che dai soli motivi devozionali da motivi di natura prevalentemente culturale, artistica, ludica eccetera. Di conseguenza gli itinerari turistici sono stati nuovamente orientati verso i principali monumenti, musei e le numerose altre attrattive turistiche della città;
l'attuale situazione della mobilità turistica cittadina, pari ad un terzo di quella in epoca giubilare, è caratterizzata da una pluralità di percorsi che portano alla luce più che un problema di accesso e di circolazione, un problema di fermata e di sosta dei pullman, oltre che la necessità di sviluppare e razionalizzare i servizi forniti dal settore turistico capitolino, senza portare nocumento alla quotidianità dei residenti;
nel contesto descritto, nonostante il fatto che originariamente non fossero previste deroghe, e nonostante il fatto che i flussi siano notevolmente diminuiti rispetto all'anno 2000, le procedure di applicazione del regolamento dei bus turistici della città di Roma hanno escluso l'applicazione della disciplina agli autobus con destinazione «Stato città del Vaticano (San Pietro)»;
la norma derogatoria così recita:
la presente disciplina non si applica a:
autobus diretti all'interno dello Stato città del Vaticano (San Pietro);
sarà garantito a detti autobus l'accesso all'interno dello Stato città del Vaticano (San Pietro) senza obbligo di registrazione e di permesso. In caso di controllo da parte delle autorità preposte sarà sufficiente esibire documentazione attestante l'invito all'ingresso da parte del Vicariato di Roma. Tali veicoli potranno entrare nella ZTL1 BUS al solo scopo di raggiungere lo Stato città del Vaticano (San Pietro) e senza la possibilità di effettuare soste o fermate per la discesa dei passeggeri;
poiché le mutate condizioni favoriscono l'avvicinamento allo Stato città del Vaticano (San Pietro), non si capisce la ragione della deroga che consente l'accesso direttamente all'interno dello Stato estero, ponendo in essere una ingiustificata disuguaglianza tra coloro che sono lì diretti e coloro i quali i tendono recarsi in altri centri di attrazione posti nel centro di Roma;
si consideri, inoltre, la particolare situazione mondiale dopo l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001, evento che ha reso gran parte del mondo occidentale un potenziale obiettivo di terroristi islamici e che, tra i molti potenziali obiettivi, lo Stato città del Vaticano è uno di quelli maggiormente sensibile, anche in virtù del fatto che secondo l'interrogante esiste storicamente una oggettiva contrapposizione tra la religione cristiana e quella islamica, entrambe miranti alla conversione del maggior numero di persone possibile, comportamento che in passato ha generato conflitti non ancora dimenticati e sopiti. Prova ne sia la reazione di parte della comunità islamica internazionale in seguito al discorso tenuto nel mese di settembre 2006 da Joseph Ratzinger all'università di Ratisbona. Questo discorso ha comportato la necessità per il Ratzinger di esprimere vivo rammarico per il fatto che le sue parole avevano offeso i musulmani, rammarico espresso nel corso dell'Angelus successivo al pronunciamento del discorso di Ratisbona;
tale atto di contrizione è stato considerato, dalle gerarchie vaticane, opportuno e necessario poiché le frange più estremistiche della jihad ed Al Qaeda avevano pubblicato su un sito internet il seguente comunicato: «Dopo che lo stupido portatore della croce Bush - ha annunciato l'inizio di una nuova campagna dei crociati contro l'islam e i musulmani e ha cominciato questa campagna con l'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq, ecco che il servo dei crociati, il "Papa del Vaticano"; ha seguito le orme di Bush negli attacchi flagranti contro l'islam e il suo profeta Maometto, per ciò che riguarda il rito della jihad», lasciando intendere un atteggiamento poco fraterno nei confronti dello Stato città del Vaticano e del pontefice;
l'incidente diplomatico ha reso ancor più evidente la natura di «obiettivo sensibile» dello Stato città del Vaticano, ed il pericolo potenziale a cui sono esposti i residenti dello Stato Città del Vaticano ed i residenti romani prossimi a tale Stato -:
se siano a conoscenza dei fatti;
se esistano accordi o trattati internazionali con i due Stati stranieri presenti nella penisola italiana che consentano deroghe, come quelle descritte, in materia di circolazione automobilistica;
se esistano accordi o trattati internazionali con i due Stati stranieri presenti nella penisola italiana che, garantendo la sicurezza da parte dello Stato italiano al loro interno, garantiscano indirettamente i soggetti residenti nelle immediate prossimità anche in considerazione che, nello specifico caso in esame, si può accedere direttamente all'interno dello Stato straniero mediante la mera esibizione di un «invito all'ingresso da parte del Vicariato di Roma» e che, nel caso di controlli da parte di autorità di pubblica sicurezza italiane, questi non avrebbe alcuno strumento per verificarne l'autenticità dello stesso. Si potrebbe quindi giungere, nell'ipotesi estrema, a non poter fermare un pullman con a bordo terroristi muniti di un falso invito del vicariato che potrebbero compiere la propria opera distruttiva nelle immediate vicinanze dello stato estero senza alcuna possibilità per le nostre autorità di pubblica sicurezza di evitare l'evento e garantire l'incolumità dei nostri cittadini e di quello dello Stato città del Vaticano;
se e qualiiniziative intendano adottare per ripristinare condizioni di sicurezza ed eguaglianza tra i visitatori ed i residenti della città di Roma.
(4-04589)